Al via nuove ricerche per riscrivere la storia di Pompei
POMPEI. Da nuove ricerche avviate negli spazi pubblici e nei luoghi di culto della città antica emergono nuovi aspetti della storia di Pompei. Dalla primavera di quest’anno, infatti, sono iniziati nuovi cantieri di scavo che stanno interessando ben 8 aree all’interno del parco archeologico, oltre allo scavo nel suburbio meridionale (nel fondo Iozzino).
Si tratta del Foro, dell’Insula Occidentalis, della Torre di Mercurio con le mura antiche, della Schola Armaturarum e delle aree sacre del Santuario di Apollo, del Foro Triangolare, del Tempio di Iside e del Santuario extraurbano del Fondo Iozzino. Di particolare rilievo sono le ricerche nei luoghi di culto, finalizzate a ricostruire l’aspetto del sacro e l’urbanistica della Pompei più antica. Per questo si potranno vedere delle aree transennate con la presenza di archeologi che talvolta illustreranno al pubblico le attività in svolgimento
«Le attività di studio e ricerca archeologica – dichiara il direttore generale di Pompei, Massimo Osanna – costituiscono la base imprescindibile delle attività di tutela e valorizzazione, in quanto solo la conoscenza approfondita del contesto archeologico può garantirne la corretta salvaguardia nel tempo. Gli scavi avviati si concluderanno entro l’estate e i numerosissimi reperti rinvenuti saranno esposti all’Antiquarium».
Le indagini in corso stanno portando alla luce dati significativi per la conoscenza della città antica. Tre i cantieri già avviati da metà marzo/aprile rientrano: l’Insula Occidentalis, la Torre di Mercurio e le relative mura, il Santuario del Fondo Iozzino. L’Insula Occidentalis corrisponde al settore ovest di Pompei, compreso tra Porta Ercolano e Porta Marina. L’area di indagine si concentra nella Regio VI, in corrispondenza della cosiddetta Casa del Leone.

I primi studi hanno confermato la presenza di nuovi ambienti con mosaici mai esplorati prima d’ora, oltre che di un grande portico, posto all’esterno delle mura, di pertinenza alla Casa del Leone, ma già esplorato in età borbonica. La scoperta dà nuovi elementi utili alla comprensione del progetto urbanistico relativo a questa parte della città, dove c’erano delle case-villa che si affacciavano verso il mare.
Nell’area delle antiche mura nei pressi della Torre di Mercurio (foto sopra) sono stati ripresi due scavi già condotti tra il 1927 e il 1929 da Amedeo Maiuri, allo scopo di esaminare le fasi più antiche della fortificazione della città e il suo impianto urbanistico. Particolarmente interessanti sono le tracce emerse sulle mura di protezione lasciate dai proiettili delle macchine da guerra (una sorta di catapulta) utilizzate per difesa durante l’attacco di Silla (89 a.C.). Mentre nell’altro scavo relativo alle mura è venuta alla luce la fondazione della cortina di origine greca.
Nel suburbio di Pompei, nel pieno centro della città moderna, sono riprese le indagini archeologiche nel Santuario del Fondo Iozzino che ha restituito il più ricco repertorio di iscrizioni etrusche della Campania (vedi approfondimento cliccando qui).
Da fine maggio, inoltre, sono partiti i cantieri nei principali luoghi di culto all’interno di Pompei: il Santuario di Apollo, il Tempio di Iside e il Foro Triangolare. Lo studio degli edifici sacri, grazie ad un accordo stipulato dal Parco Archeologico di Pompei con un gruppo di Università e Istituzioni, consentirà una nuova lettura dell’utilizzo di questi spazi e dei riti che vi si svolgevano nel periodo arcaico di Pompei e nella successiva epoca romana.
La campagna di scavo nel Santuario di Apollo, condotta in collaborazione con l’Università degli studi “Luigi Vanvitelli”, è parallela alle ricerche in corso presso il Santuario di Atena nel Foro Triangolare, condotte invece con l’Università “Federico II”.
Già nelle precedenti indagini era emerso un tratto di strada, presente durante tutto il periodo arcaico e fino a quello ellenistico, di cui si era sempre ignorata l’esistenza in quanto scomparso nel periodo di monumentalizzazione dell’area del Foro. L’attuale scavo, invece, interesserà l’area centrale del tempio e cioè gli spazi rituali attorno all’altare. Gli studi condotti finora hanno già fornito nuovi e sorprendenti elementi relativi ai rituali che dal Santuario si estendevano fino al Foro, con l’organizzazione di giochi in onore di Apollo.

Al Foro Triangolare gli scavi si stanno concentrando in punti diversi dell’area sacra, nell’Heroon (luogo sacro di sepoltura di Ercole, mitico fondatore della città) e all’interno del portico occidentale. Numerosissimi gli ex-voto rinvenuti nell’area, tra i quali vasetti miniaturistici offerti alla dea Atena che qui presiedeva ai passaggi di status di fanciulle e fanciulli pompeiani. Le nuove ricerche hanno portato alla luce anche un grande pozzo ovale, profondo circa 4,5 metri, comunicante con una cisterna coperta da una volta a botte.
Anche il Foro è oggetto di campagne di scavo (foto di copertina) condotte in collaborazione con l’Università “La Sapienza” di Roma, che sta concentrando le ricerche sul Capitolium (Tempio di Giove) per approfondire la storia urbana di Pompei relativamente alle trasformazioni del Foro, avvenute in seguito alla sua “monumentalizzazione”.
Il Santuario di Iside, invece, fu l’unico tempio interamente ricostruito dopo il terremoto del 62 d.C. e pertanto, essendo stato rivenuto praticamente integro nel XVIII secolo, ha fornito un modello chiaro dello spazio rituale di un tempio antico.
Anche la Schola Armaturarum, infine, a poco più di 100 anni dalla sua scoperta, torna ad essere scavata. Il suo carattere pubblico-militare fu chiaro fin dall’inizio per via delle grandi dimensioni e della sua decorazione (i trofei all’ingresso e le figure alate e armate che decorano le pareti). Tuttavia la sua esatta destinazione continua a non essere chiara: deposito di armi o scuola di formazione della gioventù pompeiana? Lo scavo degli ambienti retrostanti ha come obiettivo quello di chiarire tali aspetti.