Pompei-Scafati: il Real Polverificio Borbonico richiede una soluzione

POMPEI. Un comitato cittadino scafatese ha preso a cuore la sorte del Real Polverificio Borbonico, sito di grande interesse paesaggistico e culturale, articolato nel verde alberato da una serie di edifici di epoche diverse.

L’area verde forma un parco, caratterizzato da due viali alberati da platani e da verdeggianti tratti secondari. La struttura, di origini militari, fu edificata da Ferdinando II di Borbone, prima divenne Real Fabbrica di Polveri e Nitri e successivamente fu destinata alla produzione di tabacchi, che durò fino al terremoto del 1980.

Si tratta di un complesso dotato di edifici di rilievo storico e monumentale, circondati da un muro di cinta. Un corpo principale nel lato occidentale è stato adibito a sede museale del Comune di Scafati.

Altri edifici significativi sono la Cappella di Santa Barbara, l’ingresso monumentale all’area esplosiva dotato di cancello originario in ghisa e padiglioni del laboratorio chimico e delle officine del Polverificio.

Lavori in corso avviati dal Parco Archeologico di Pompei puntano, dopo specifica assegnazione, a riqualificare gli spazi verdi sul versante pompeiano retrostante alla palazzina vanvitelliana con la costruzione di depositi per reperti archeologici da custodire a vista.

Sono state progettate anche strutture all’avanguardia (archivi, laboratori, auditorium, spazi espositivi e uffici) allo scopo di  mettere in sicurezza la struttura ottocentesca ed allo stesso tempo valorizzare il complesso del Real Polverificio Borbonico nel contesto complessivo del magnifico parco agricolo-museale.

Il lungo periodo di abbandono, durato un ventennio, del complesso verde e monumentale che ha un ingresso principale a Scafati e uno su Pompei ha consentito ogni sorta di malversazione perpetrata a suo danno, come una piantagione di marijuana fuorilegge ed infine il trafugamento di arredi strutturali dell’edificio, oltre ad opere d’arte di vario genere custodite nel museo.

Appare evidente a tutti che se il parco agricolo-monumentale manca di una gestione responsabile e motivata che elabori progetti adeguati al valore della struttura ospitante, si va irrimediabilmente incontro al degrado totale.

Solo un progetto di larghe vedute (magari concepito in sinergia tra le soprintendenze di Napoli e Salerno) potrebbe fungere da faro culturale per il territorio, che partendo dallo studio approfondito della civiltà antica che si è sviluppata nell’antichità sul territorio sito tra Vesuvio e fiume Sarno, sia in grado di suscitare gratificanti percorsi di sviluppo economico e sociale.

Il direttore generale del Parco Archeologico Gabriel Zutrieghel si è dimostrato interessato ad assumere l’iniziativa del rilancio del Polverificio Borbonico, anche se bisognerà verificare quale sarà, dopo le elezioni, l’orientamento dell’amministrazione comunale, considerato che attualmente il Comune di Scafati è retto da un commissario prefettizio.

È certo, però, che uno spazio urbano dal valore ambientale e culturale del Polverificio Borbonico non può che essere sede di manifestazioni artistiche e/o culturali di alto profilo.

Mario Cardone

Mario Cardone

Ex socialista, ex bancario, ex sindacalista. Giornalista e blogger, ha una moglie, una figlia filosofa e 5 gatti. Su Facebook cura il blog "Food & Territorio di Mario Cardone".

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *