Pompei, Moregine chiede la riapertura della stazione: «Siamo cittadini dimenticati»
POMPEI. Si alza forte e chiaro, da una delle periferie più popolate e al tempo stesso più trascurate del Comune di Pompei, l’appello dei residenti del quartiere Moregine. Una voce simbolicamente rappresentata dal signor Catello, cittadino che vive a pochi passi dalla stazione della Circumvesuviana, oggi abbandonata, ma un tempo crocevia fondamentale per pendolari, studenti, turisti.
Nel cuore della linea Napoli-Sorrento, la stazione di Moregine è chiusa da tre anni. Un tempo sufficiente per trasformare un presidio di mobilità pubblica in un luogo «deserto, coperto da erbacce e rifiuti». Ma anche un tempo troppo lungo per chi, come i residenti del quartiere, si sente oggi «completamente isolato», sospeso tra Pompei e Castellammare di Stabia e costretto a misurarsi ogni giorno con i disagi di un trasporto alternativo insufficiente.
«La stazione di Moregine – scrive Catello in una lettera aperta inviata alla nostra redazione – potrebbe rappresentare un’ancora di salvezza per migliaia di cittadini, stabiesi e pompeiani. Invece resta immobile, vuota, ignorata dalla politica, se non per qualche rara eccezione».
Il residente, che da anni sollecita chiarimenti da Eav e dalle istituzioni, non nasconde la propria frustrazione per le risposte generiche e per la scarsa attenzione ricevuta. «Dopo i lavori sui binari, chiusi in pochi mesi, sembrava che la riapertura fosse imminente. E invece è rimasta chiusa. Perché?».
La chiusura della stazione era stata giustificata da Eav con «la necessità di lavori strutturali su fabbricati e banchine, inseriti nell’ambito del raddoppio ferroviario della tratta Torre Annunziata-Castellammare». Una nota ufficiale della Direzione regionale Trasporti della Campania, datata marzo 2024, confermava che la riapertura è programmata «entro la fine del 2025», con il completamento del restauro delle infrastrutture, compreso il sottopassaggio e il fabbricato viaggiatori. Tuttavia, i residenti temono che si tratti dell’ennesima promessa senza seguito.
La questione ha anche una valenza più ampia. La soppressione della stazione di Ponte Persica, e la disattivazione ormai storica di Pozzano e Castellammare Terme, ha acuito l’isolamento di interi quartieri. Eav stessa, in diverse occasioni, avrebbe indicato proprio Moregine come possibile soluzione per il servizio alternativo, pur lasciandola inspiegabilmente chiusa. Una contraddizione che ha contribuito ad alimentare malumori e dubbi sulla reale volontà di riaprire l’impianto.
La stazione di Moregine non è solo uno snodo utile per i pendolari. È anche un punto strategico per il tessuto commerciale e turistico dell’area. Serve infatti un’ampia area commerciale vicina, oltre a rappresentare un possibile strumento di decongestionamento per l’afflusso di turisti agli Scavi. «Fu costruita per rispondere a queste esigenze – denuncia ancora Catello – ma nel tempo si è preferito ignorarne il potenziale».
Alcuni segnali di attenzione da parte delle istituzioni locali non sono mancati. Il signor Catello evidenzia che il consigliere regionale Cosimo Amente (Fratelli d’Italia) ha presentato un’interrogazione nel marzo 2024; l’onorevole Gaetano Amato (Movimento 5 Stelle) e il consigliere comunale pompeiano Salvatore Caccuri si sono interessati alla questione. Anche il sindaco di Castellammare, Luigi Vicinanza, si è battuto per il ripristino delle fermate soppresse, segnalando come la chiusura di Ponte Persica renda ancora più urgente la riattivazione di Moregine.
Ma nel frattempo, per i cittadini della frazione pompeiana, l’alternativa resta il trasporto su gomma, spesso inefficiente. «I pullman sono in ritardo, si guastano, il personale è insufficiente – continua Catello – e ogni spostamento tra le due città diventa un’avventura. Siamo diventati prigionieri nel nostro stesso territorio».
Eav ha precisato che la riapertura di Moregine comporterebbe un lieve allungamento dei tempi di percorrenza sulla linea per Sorrento, stimabile in cinque minuti, a causa della sosta dei treni. Un effetto collaterale tutto sommato tollerabile, rispetto ai benefici complessivi che la riattivazione della stazione potrebbe garantire.
Intanto, mentre il tempo scorre e i disagi persistono, la comunità di Moregine si organizza per non essere dimenticata. «Chiediamo solo che ci venga restituito ciò che ci è stato tolto – conclude Catello – il diritto alla mobilità, alla connessione tra le città, alla dignità di cittadini di Pompei».