“Beati gli invitati alla cena dell’Agnello”: le parole incise sul nuovo altare del Santuario di Pompei

POMPEI. “Beati gli invitati alla cena dell’Agnello”. Sono queste le parole incise sul nuovo altare del Santuario di Pompei, il cui rito di dedicazione si è svolto lo scorso settembre. I materiali, le cromie e i decori della nuova disposizione liturgica sono in sintonia con l’altare che fece costruire il Beato Bartolo Longo nel 1887.

La nuova disposizione permette ora di ammirare lo splendido mosaico che si trova al di sotto dell’antico altare, voluto dal Beato e raffigurante l’Agnello dell’Apocalisse in trono. Esso è simbolo di Cristo risorto, che regna vincitore, perché col sacrificio della Croce ha redento e salvato l’umanità. Con sé ha “il libro della vita con i sette sigilli” e rivela il senso di tutta la storia, dell’umanità nel suo insieme e del singolo uomo.

Inoltre, all’interno di una delle otto colonne di marmo che sorreggono il nuovo altare sono state deposte le reliquie del Beato Bartolo Longo e di due santi che sono stati sostegno e strumento nella realizzazione della sua missione a Pompei: San Ludovico da Casoria e Santa Caterina Volpicelli.

«Questo altare – ha detto l’arcivescovo di Pompei, Tommaso Caputo, nel corso della cerimonia di dedicazione – con la sua scritta sarà un ricordo perenne per noi, “invitati alla cena dell’Agnello”: seguendo fedelmente Cristo risorto, in comunione tra noi, porteremo a compimento la sua missione salvifica e contribuiremo a rendere nuovi e belli la nostra vita e questo nostro mondo».

«E saremo “beati” – ha aggiunto il prelato – perché tenderemo alla santità, sull’esempio di San Ludovico da Casoria, di Santa Caterina Volpicelli e del Beato Bartolo Longo, le cui reliquie sono a fondamento di questo altare».

Non a caso, in Basilica, hanno partecipato al rito le Suore domenicane “Figlie del Santo Rosario di Pompei”; le Suore francescane elisabettine fondate da San Ludovico; le Ancelle del Sacro Cuore di Santa Caterina Volpicelli.

Il nuovo altare, frutto di un lavoro sinergico che si è avvalso della collaborazione del professor Saverio Carillo del Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, è un dono dell’azienda di famiglia dell’architetto Giuseppe Gargiulo di Santa Maria la Carità, che ha anche commissionato la preparazione dell’opera presso una ditta di San Gennaro Vesuviano.

I capitelli e le basi in bronzo sono stati realizzati presso una fonderia di Nola. Il coordinamento e il lavoro di montaggio sono stati curati dall’ufficio tecnico del Santuario con i collaboratori interni. Foto: Fotopress Pompei.

Redazione Made in Pompei

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Made in Pompei è una rivista mensile di promozione territoriale e di informazione culturale fondata nel 2010.

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