La bellezza restituita: presentato il catalogo del Museo archeologico di Stabia

CASTELLAMMARE DI STABIA. Custodire la bellezza, restituirle voce, farla parlare di nuovo al cuore dei luoghi da cui proviene. È questo il senso profondo del catalogo del Museo Archeologico di Stabia “Libero D’Orsi”, presentato l’11 aprile 2025 al Teatro Supercinema di Castellammare di Stabia. Non un semplice volume scientifico, ma un atto d’amore e di responsabilità verso un patrimonio che per secoli ha dormito sotto la cenere, e che oggi ritorna a raccontarsi.

L’evento, molto partecipato, ha visto la presenza delle autorità cittadine e dei protagonisti del progetto museale. Tra questi, Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco Archeologico di Pompei, ha sottolineato il valore del catalogo non solo come strumento scientifico, ma come «segno tangibile di un impegno condiviso per la tutela e la valorizzazione dei siti minori del territorio vesuviano. Il Museo di Stabia è oggi una realtà viva, capace di coinvolgere il pubblico e di raccontare una parte fondamentale della nostra storia».

A intervenire è stato anche Nunzio Fragliasso, procuratore della Repubblica di Torre Annunziata, che ha evidenziato il significato del lavoro svolto in sinergia tra cultura e giustizia: «Il recupero del patrimonio archeologico – ha dichiarato – non può prescindere da una costante collaborazione tra le istituzioni. La legalità è il primo passo per restituire dignità ai nostri territori, e il Museo Archeologico di Stabia è un esempio virtuoso di questa alleanza».

Il catalogo, frutto di anni di ricerca, studio e cura, presenta immagini ad alta definizione di affreschi, oggetti rituali, elementi architettonici, accompagnate da testi rigorosi ma accessibili anche a un pubblico non specialistico. Il percorso narrativo riflette l’allestimento del museo, ospitato nella suggestiva cornice della Reggia borbonica di Quisisana, e ricompone l’identità dell’antica Stabiae, città sepolta dall’eruzione del 79 d.C., ma tutt’altro che silenziosa.

Tra le opere più emblematiche raccontate nel catalogo spicca la statua del Doriforo, copia romana da originale greco di Policleto, rinvenuta nella villa di Arianna. Oltre alla sua perfezione formale, l’opera è divenuta simbolo di una complessa vicenda di traffico illecito e restituzione. Esportato illegalmente negli Stati Uniti e attualmente esposto al Minneapolis Institute of Art, il Doriforo è al centro di una lunga battaglia giudiziaria condotta dalla Procura di Torre Annunziata, che nel 2022 ha ottenuto un provvedimento di confisca da parte del Gip.

«Un caso emblematico – ha sottolineato il Procuratore Fragliasso – non solo per la forza delle prove raccolte sulla provenienza clandestina del reperto, ma anche per la consapevolezza dell’acquirente circa l’illiceità dell’acquisizione». Nonostante il provvedimento e la rogatoria internazionale inviata alle autorità statunitensi, il reperto non è ancora rientrato in Italia.

«È una battaglia che riguarda la legalità, la conoscenza, la ricerca – ha ricordato Zuchtriegel – perché il Doriforo non è soltanto la copia di un’opera greca, ma un frammento identitario del nostro territorio, della nostra storia». Nel catalogo, la statua viene analizzata nei suoi aspetti formali, storici e giuridici, intrecciando la sua vicenda al tema più ampio della tutela del patrimonio. Un invito a riflettere sull’arte non solo come eredità estetica, ma come bene da difendere, condividere e vivere.

Nel catalogo, la statua viene analizzata nei suoi aspetti formali, storici e giuridici, intrecciando la sua vicenda al tema più ampio della tutela del patrimonio. Un invito a riflettere sull’arte non solo come eredità estetica, ma come bene da difendere, condividere e vivere.

Maria Rispoli, funzionaria del Parco Archeologico di Pompei responsabile del Museo, ha raccontato con emozione il lungo cammino che ha portato alla realizzazione del catalogo: «È una scommessa vinta. Il risultato di un lavoro corale, della dedizione dei curatori, e dell’amore per questo territorio. Stabiae oggi è visibile, leggibile, visitabile. E da oggi è anche raccontata con un linguaggio che unisce competenza e passione».

La presentazione si è chiusa con un dialogo intenso e partecipato con il pubblico, che ha ribadito il ruolo centrale del museo come presidio culturale e identitario. Il catalogo del Museo Archeologico di Stabia non è solo una raccolta di reperti: è una dichiarazione di appartenenza, un gesto di cura, una restituzione simbolica e concreta alla memoria di una città e dei suoi cittadini. Perché la bellezza, quando ritorna, non è mai solo un oggetto da osservare, ma una storia da riattivare, un’identità da condividere, una possibilità di futuro.

Noemi Perlingieri

Noemi Perlingieri

Cresciuta a Trevico, il tetto della Campania e paese natio del regista Ettore Scola, si laurea alla facoltà di Archeologia e Storia dell’arte della “Federico II” con una tesi triennale sul Museo Hermann Nitsch di Napoli e una tesi magistrale sul Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale. Il mondo della fotografia la affascina da sempre e fin da giovanissima partecipa attivamente alle iniziative culturali dell’associazione Irpinia Mia. Dal 2014 è in forza presso il Parco Archeologico di Pompei a supporto dell’Area tecnico specialistica - settore valorizzazione del Grande Progetto Pompei. Dal 2023 è Consigliere regionale Icom Campania.

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