Pompei, la strage dimenticata: nel 1954 due bambini uccisi da un ordigno inesploso

POMPEI. Le numerose notizie di vittime innocenti delle guerre sparse per il mondo (soprattutto in Ucraina e in Palestina) fanno tornare alla mente dei più anziani il ricordo delle tragedie dell’ultima guerra mondiale e ai lutti che abbiamo subito per le vittime innocenti ed inconsapevoli di pericoli creati da menti criminali.

All’epoca persero la vita tante persone che non avevano alcuna colpa se non la sfortuna del caso avverso, la ferocia di alcuni o la vile rappresaglia nemica. Sono così finite prematuramente vite innocenti. Il loro ricordo ha lasciato ferite nel tessuto sociale che non si sono più rimarginate, anche perché le tristi vicende che le hanno generate non hanno trovato risarcimento dalla pietas collettiva.

Correva l’anno 1954 e la Pompei voluta da Bartolo Longo si stava riprendendo dalla devastazione della seconda Guerra mondiale quando un episodio raccapricciante ripristinò il clima preesistente di profondo dolore: due ragazzi persero la vita in modo straziante a causa dell’esplosione di un ordigno bellico rinvenuto lungo il loro percorso.

L’episodio è stato ricordato da un loro coetaneo dell’epoca e compagno di scuola dei due sfortunati ragazzi privati della loro legittima speranza di vita. Essi tutt’oggi non vengono ricordati e onorati tra le Vittime Civili di Guerra per un episodio che si verificò ad appena dieci anni dalla fine del conflitto mondiale. Pochi anni, se si tiene conto che di bombe inesplose se trovavano ancora disseminate sul territorio locale e nazionale.

“Due ingenui ragazzini, compagni di classe di chi scrive, ricordandone i volti e i funerali, rimasero vittime della perfidia della guerra, a causa dello scoppio di un “ordigno inesploso”, come – con dicitura burocratica e asettica – liquidarono il tragico accadimento le Autorità preposte a tali eventi luttuosi”.

Abbiamo ripreso le considerazioni di Federico Libero Italico Federico che ha ridato luce e dignità ad un episodio che dovrebbe essere meglio rappresentato nel tempo. Difatti ha sentito il dovere morale nell’attivarsi perché faccia parte della memoria civile dell’epoca, a parziale consolazione di tanti che ancora soffrono la mancanza di ragazzi.

Iniziativa, questa, che merita il nostro sostegno umano e civile, perché è sulla memoria che radica l’identità di una comunità locale. Vale anche l’occasione di deplorare il sacrificio di giovani vite nel devastante scenario di guerre disumane che portano a questi risultati di sangue.

Ecco la cronaca della vicenda pompeiana: verso le tredici dell’undici di ottobre del 1954 quattro studenti tra i 9 e i 12 anni (Gabriele Rosa, Ciro Spinelli, Giovanni Celotto e Ciro Coppola) delle Scuole Elementari Pontificie di Pompei di via Sacra tornarono a casa insieme. Ciro e Gabriele dovevano attraversare il Sarno per passare sul lato sinistro della “Ripuaria”.

Si era fatta l’ora di pranzo quando i quattro ragazzi, arrivati al ponticello di attraversamento del canale Bottaro, furono incuriositi dal riemergere dalle sue acque di una scatola contenente ordigni per loro misteriosi. La fantasia portò a considerare quella scatola come un tesoro da recuperare.

La loro ingenuità e intraprendenza ebbe così il sopravvento sulle raccomandazioni di prudenza da parte di genitori e adulti premurosi. Pericoli di ordigni inesplosi erano rappresentati finanche sulle copertine della Domenica del Corriere.

Purtroppo il pericolo minacciato da tanti avvisi pubblici si trasformò in quel caso in tragica realtà perché due di loro morirono a causa dell’esplosione verificatasi mentre maneggiavano quella bomba a mano. A noi non resta ora che riprendere il monito dell’epoca, insieme alla memoria della tragica vicenda intervenuta a strascico di una guerra inutile e sanguinosa.

Mario Cardone

Mario Cardone

Ex socialista, ex bancario, ex sindacalista. Giornalista e blogger, ha una moglie, una figlia filosofa e 5 gatti. Su Facebook cura il blog "Food & Territorio di Mario Cardone".

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