“Giustizia e pace si baceranno”: l’intervento di don Tonino Palmese a Pompei
POMPEI. In una conferenza progettata tra le iniziative per il 125esimo anniversario della dedicazione della parrocchia del Santissimo Salvatore di Pompei, il parroco don Giuseppe Esposito ha annunciato l’intervento di don Tonino Palmese su un tema di grande attualità: “Giustizia e Pace si baceranno”.
Nell’occasione il parroco della più antica comunità religiosa di Pompei ha ricordato ai numerosi convenuti le iniziative di alto valore e significato sociale avviate dal Beato Bartolo Longo, fondatore morale della Nuova Pompei.
Alla conferenza ha presenziato l’assessore alle politiche sociali, Vincenzo Mazzetti, che ha ricordato le difficoltà del comparto amministrativo sociale nell’affrontare (specie nel settore giovanile) le difficoltà con la pandemia.
Il colto ed appassionato don Tonino, sacerdote napoletano, rappresenta uno dei maggiori e costanti riferimenti locali sulle tematiche di giustizia sociale e di politica interna e internazionale della coscienza morale alla base degli orientamenti e delle conseguenti iniziative.
Ha illustrato, con numerosi riferimenti e contributi autorevoli, la politica della pace nell’attivismo che caratterizza la componente cattolica, ispirata dal protagonismo costante e carismatico di Papa Francesco, che pone al centro della sua iniziativa per la pace l’abbandono completo e incondizionato dell’uso delle armi, che non dovrebbero neanche essere fornite da Paesi terzi e/o alleati.
Ad agevolare il “Bacio” tra pace e giustizia sarà il dono della misericordia, basato sulla fratellanza universale. Sentimento che dovrà avere segno di reciprocità costante di buone intenzioni armate esclusivamente di buona volontà.
Il sacerdote intellettuale, vicario episcopale per il settore Carità e Giustizia della Diocesi di Napoli e presidente della Fondazione Polis a favore delle famiglie delle vittime innocenti della criminalità organizzata, ha un trascorso nell’esperienza pluriennale di referente di Libera e consulente della commissione antimafia.
Ha raccontato esperienze personali e momenti di vita indimenticabili, facendo spesso riferimento, nella sua conversazione incentrata sulla pace, alla devianza giovanile, alla criminalità organizzata, alla difesa della vita dei migranti e al rispetto della natura, ai padri della Chiesa ed ai papi del secolo breve, a dimostrazione della continuità temporale di azione e pensiero che sono a alla base dell’iniziativa apostolica di Papa Francesco.
Ha tenuto, durante il suo discorso, a rappresentare i ponti che uniscono contrapposte sponde di divisione sociale, come i carcerati, che l’ultimo Venerdì Santo hanno portato in processione la Croce insieme ai familiari delle vittime innocenti della camorra.
Ha, inoltre, fatto notare che non tutte le persone a matrice identitaria cattolica sono ispirate da principi cristiani e che non tutte le leggi riflettono principi di giustizia. Ha, in conclusione, citato le considerazioni di Anna Harendt sulla banalità del male, che spesso si nutre nell’assenza di pensiero critico, di conformismo, apatia o cattiva interpretazione nelle vicende cruciali di una comunità.
«Siamo coscienti – ha spiegato don Tonino Palmese – di essere in minoranza nell’appello di fermare la fornitura di armi nella guerra che caratterizza l’invasione dell’Ucraina. Non per questo siamo determinati a rallentare le pressioni che riguardano questa nostra posizione, che riteniamo in coscienza fondamentale per il raggiungimento della pace».