Capitale della Cultura, Pompei intende condividere il brand con le aree vesuviane
POMPEI. L’unanimità incontrata nella recente riunione dei capigruppo del consiglio comunale sul voto della delibera di rettifica del bilancio preventivo del Comune di Pompei per l’esercizio 2024 per la tassa d’iscrizione al concorso di Capitale della Cultura per l’anno 2027 segna il primo passo di un’iniziativa destinata a portare la città intera in una competizione civile e appassionante.
L’iniziativa è stata annunciata dallo stesso Lo Sapio nella conferenza stampa di lunedì pomeriggio (6 maggio), in cui ha sottolineato il successo politico dell’unanimità di voto assicurata per il prossimo consiglio comunale nella competizione di civiltà che porterà sicuramente la comunità pompeiana a fare un salto di qualità considerevole sul piano economico e sociale.
Entro il 6 luglio il Comune di Pompei dovrà rassegnare il conferimento d’intenti ed entro il 26 settembre presentare un progetto dettagliato sulle iniziative da mettere in campo per valorizzare le enormi potenzialità materiali e immateriali del territorio.
Al momento non si conoscono i dettagli del progetto che sarà presentato al concorso ma è certo che sarà incardinato sulle due presenze distintive emergenti sul territorio pompeiano: il Parco Archeologico e il Santuario della Madonna del Rosario. Vale a dire due scrigni di conoscenza archeologica e pratica religiosa popolare.
Lo Sapio ha dato alcune anticipazioni: gli spettacoli musicali in programmazione per serate (già sold out) dell’estate 2024 nel Teatro Grande di Pompei, con l’esibizione di numerosi artisti di altissimo prestigio internazionale e le convenzioni stipulate (o annunciate) dall’amministrazione mariana con aziende di servizi e/o rilevanti strutture (Marina di Stabia, Maximall Pompeii, Teatro San Carlo).
Una precisa strategia politica dell’amministrazione vigente ha ribaltato pregresse logiche di campanile sulla fruizione della memoria archeologica vesuviana che oggigiorno si ripropone come originale stile di vita del made in Italy, radicato sulla tradizione del territorio e che viene premiato con una forte attrazione turistica. L’inserimento nel Puc di un quarto ingresso agli Scavi sul versante vesuviano del Parco archeologico vale più di una buona intenzione.
Quanto riferito deve essere interpretato come la volontà di condividere con le aree vesuviane interne il brand Pompei. Iniziativa che assicura in prospettiva più vantaggi che sacrifici perché, facendo squadra, ogni località vesuviana potrà contribuire alla valorizzazione del comprensorio con le rispettive specificità paesaggistiche, valori artistici e/o di folklore locale, oltre ai servizi turistici e i valori museali che formeranno un formidabile brand sulla bilancia dell’attrattività turistica esperienziale locale.
Alla fine, Pompei possiede potenzialità culturali insite nell’archeologia locale, nella religiosità mariana e nella tradizione napoletana inserite in un paesaggio naturale delimitato da confini naturali che lo caratterizzano.
Si tratta di Vesuvio, fiume Sarno e Golfo di Napoli, che offrono nel complesso tutta una serie di variabili paesaggistiche godibili, insieme al clima ideale per la produzione del vino e di tutta una filiera alimentare alla base di una cucina tradizionale che è una forma costante e primitiva di condivisione della cultura del territorio.
Il progetto per concorrere alla supremazia culturale è nel valorizzare le variabili eccezionali presenti sul territorio con progetti interessanti. Lo Sapio ha parlato di una joint-venture tra Comune e Parco Archeologico allo scopo di lanciare l’iniziativa delle visite notturne illuminate a giorno per tutto l’anno solare, a beneficio di passeggiate romantiche, tra arte e cultura.
Si tratta, alla fine, anche di imparare a fare cultura di comunità, manifestando un costume civile di convivenza ed ospitalità basata su antichi valori d’accoglienza mediterranea di una popolazione che ha saputo sempre valorizzare gli scambi con la proposta di uno stile creativo, trasmesso nelle più svariate forme e linguaggi, abbinati alla gentilezza mediterranea.
Questo è un campo della comunicazione umana in cui la politica non può fare molto da sola. Ha bisogno urgente della cittadinanza attiva che è la marcia in più di una comunità locale in grado di presentare proposte inedite di scambio e d’accoglienza. Serve quindi un’affinata sapienza culturale, spirito d’iniziativa, buona volontà e predisposizione a sperimentare nuove tendenze che profumino di sano localismo. In poche parole serve un miracolo della Madonna di Pompei.