Antonio Garofalo, astro nascente del nuoto: il talento di Pompei è record italiano nei 50 ostacoli
POMPEI. Quanto è stato difficile, per gli amanti dello sport e in particolare del nuoto, accettare che quelle di Tokyo 2020 fossero le ultime Olimpiadi di Federica Pellegrini? Ogni volta che un atleta lascia lo sport in cui ha fatto la storia è un colpo al cuore per una nazione intera.
Ma per un campione che si ferma, ce n’è quasi sempre già un altro pronto ai blocchi di partenza. E per il nuoto italiano un nuovo talento potrebbe arrivare da Pompei.
Si chiama Antonio Garofalo, ha 13 anni e lo scorso 21 luglio, allo Stadio del Nuoto di Roma, ha conquistato la medaglia d’oro nei 50 Nuoto con ostacoli stabilendo anche il nuovo primato italiano, con un tempo di 27’’67.
Un traguardo annunciato, ci ha spiegato, perché insieme ai suoi coach dell’Olimpia Angri, Mario Abate e Antonio Somma, aveva già rilevato tempi da record in fase di allenamento. C’era solo da non farsi prendere dall’emozione e portare in piscina il suo impegno e la sua determinazione.
Quelli tra l’altro non mancano ad Antonio, che nuota da quando aveva cinque anni e si allena dalle due alle tre ore al giorno, sei giorni su sette. «Non mi pesa – ci ha detto – e riesco tranquillamente a conciliare lo sport con lo studio. Quest’anno ho completato la terza media e a settembre inizierò il primo anno di liceo scientifico».
Giovanissimo ma con le idee già piuttosto chiare, Antonio non ha dubbi su cosa farà nella vita: vede il nuoto anche nel suo futuro ed è sicuro che le Olimpiadi, che quest’anno tanto si è emozionato a guardare in tv, siano un traguardo tutt’altro che irraggiungibile. Per ora però pensa ad obiettivi più vicini: «Voglio conquistare altri primati, ad esempio nei 50 manichino».
Entrambe le gare – i 50 con ostacoli in cui Antonio è già record italiano, e i 50 manichino – fanno parte di una disciplina di cui si sente parlare poco: il nuoto per salvamento, specialità in cui tutte le prove sono finalizzate a simulare, agonisticamente, una situazione verosimile di salvataggio in acqua.
Attualmente non è presente nel calendario olimpico per svariati motivi, tra cui un notevole numero di specialità di gara e di codici squalifica, e un numero ancora esiguo di nazioni praticanti. Ecco perché negli ultimi anni si sta cercando di semplificare programma, gare e regolamenti, così da rendere la disciplina più competitiva e poter sperare di vederla un giorno alle Olimpiadi.
Se così non fosse però Antonio ha già un asso nella manica. Oltre al nuoto per salvamento, infatti, pratica anche il nuoto tradizionale, e si sente particolarmente a suo agio nel Delfino.
Il nuoto per salvamento, al di là delle medaglie, gli ha dato però la possibilità di imparare a rendersi d’aiuto in mare, un’esperienza che tra l’altro gli è già capitato di fare.
Consiglieresti questo sport ai tuoi coetanei? gli abbiamo chiesto prima di salutarci. Il suo «Sì» è arrivato secco e convinto, senza esitazioni. «Allena tutto il corpo e aiuta a crescere» ci ha detto.
E allora noi non possiamo che augurargli di continuare a crescere anche lui col suo talento, nella speranza di intervistarlo di nuovo in futuro, magari con una medaglia olimpica al collo. In bocca al lupo Antonio!