La statuetta del dio Bes rinvenuta a Ercolano è espressione dei culti egizi in Campania
ERCOLANO. L’origine dei contatti tra la Campania e l’Egitto si colloca, secondo i dati degli storici e degli archeologi, intorno all’VIII secolo a.C., in quella fase storica che gli studiosi successivamente battezzeranno come periodo Orientalizzante, durante il quale, grazie ai flussi intensivi di scambi commerciali e di genti, quindi anche di culture, il Mediterraneo e, in particolare, la penisola italiana furono invasi e trasformati nella struttura sociale e politica da quel fenomeno conosciuto come colonizzazione greca.
Accanto agli oggetti di lusso d’oro, d’argento, di bronzo, agli avori e ai tessuti pregiati, cominciarono ad arrivare nei porti più importanti, tra cui anche quelli campani, amuleti ed oggetti provenienti dall’Egitto, di stile prettamente egizio o egittizzante, introducendo sul piano religioso un fascino particolare per l’antica civiltà dei faraoni.
La Campania, nel corso dei secoli, fu una delle terre più ricche e complesse per quanto riguarda la presenza di culti e di religioni. L’intero territorio, da sempre, venne a costituire un ponte privilegiato per lo scambio tra l’area mediterranea e il più grande impero politico-militare, quello romano.
Già prima della colonizzazione greca dell’VIII secolo a.C., grazie alle infiltrazioni di culture mediterranee, si vennero a mescolare culti e forme religiose autoctone o provenienti addirittura dal versante settentrionale europeo, facendo della Campania un punto di mescolanza e sovrapposizione di popoli.
L’area della Magna Grecia, differentemente dalla madre patria, si presentò sin da subito propensa ad accogliere riti minori. Alcuni riti e culti del vicino Oriente e dell’Egitto giunsero in Campania sia nella forma mediata e rielaborata dalla cultura greca e sia direttamente, attraverso lo sbarco sulle coste di commercianti e naviganti.
Ciò determinò la inusuale concentrazione in Campania di culti di origine diversa e spiega l’influenza che questi ebbero poi nello sviluppo di alcune tradizioni della non lontana Roma. Anche dal punto di vista archeologico, molte sono le testimonianze legate alla cultura materiale di oggetti di culto o del rito, provenienti da forme religiose “esterne”.
Se si pensa alla presenza di materiale egizio o egittizzante in Campania le testimonianze sono numerose. Anche ad Ercolano, nell’area della Palestra, fu rinvenuta una particolare raffigurazione del dio Bes. Un personaggio grottesco, con viso scimmiesco, barbuto e privo di collo, indossa una leontè e ha una posa accovacciata con grossa pancia e mani sulle cosce.
Questa figura, molto amata dai romani, veniva venerata o da sola o con Iside all’interno dei larari, luoghi di culto domestici all’interno di abitazioni private. È infatti protettore di molti aspetti domestici, in particolare proteggeva la donna, i bambini e le partorienti; alleviava le sofferenze quotidiane degli uomini e la sua sfera era in generale riferibile alla protezione.
Era proprio per questo un culto molto popolare, diffuso soprattutto tra i ceti più bassi ed era molto amato assieme alle altre divinità egizie come Iside, Arpocrate e Atoum.