L’ortodonzia intercettiva: quando prevenire è meglio che curare

POMPEI. Quante volte in ambito medico, o semplicemente parlando di salute, abbiamo sentito l’arcinoto slogan preso a prestito da una vecchia  pubblicità di successo, “prevenire è meglio che curare”? Tutti siamo d’accordo che sia così. Ma quando prevenire non è possibile, anche intervenire precocemente su un problema può essere una soluzione da preferire.

Questo principio comunemente accettato vale anche quando ci si trova di fronte ad un problema dentale abbastanza diffuso come la malocclusione. Quando, cioè, si palesa un rapporto anomalo tra l’arcata dentale superiore e quella inferiore che, quindi, non combaciano perfettamente. In questi casi si deve ricorrere ad un trattamento ortodontico rivolgendosi al proprio medico dentista.

E qui, con l’ortodonzia intercettiva, entra in gioco il discorso sulla prevenzione (o sulla precocità dell’intervento) di cui abbiamo accennato prima. Ma lasceremo il compito di illustrare i dettagli al dottor Fausto D’Ermo, medico odontoiatra.

Dottore, cosa si intende per ortodonzia intercettiva e cosa c’entra con la prevenzione?
«L’espressione sta ad indicare una fase iniziale del trattamento ortodontico che viene solitamente effettuata su pazienti in età pediatrica, solitamente tra i 6 e i 10 anni. L’obiettivo principale dell’ortodonzia intercettiva è quello di affrontare problemi dentali e scheletrici in una fase precoce dello sviluppo della persona, al fine di prevenire o ridurre la gravità di eventuali problemi ortodontici futuri».

Quando si interviene con l’ortodonzia intercettiva?
«Essa è solitamente la prima fase del trattamento ortodontico e può essere seguita da una fase di ortodonzia fissa, dove vengono utilizzati apparecchi ortodontici tradizionali o gli apparecchi trasparenti per ottenere una correzione più dettagliata dei denti e della mascella».

Quali sono i tipici interventi di ortodonzia intercettiva?
«Questo trattamento può essere utilizzato per correggere abitudini orali dannose che possono influenzare negativamente la crescita e lo sviluppo della mascella e dei denti. Esempi classici, nei soggetti in età pediatrica, sono il succhiamento del pollice o l’uso prolungato del “ciuccio”. L’ortodonzia intercettiva può intervenire anche con l’espansione del palato. Questa tecnica può essere utilizzata per allargare il palato superiore in modo da creare più spazio per i denti permanenti in arrivo. Questo è particolarmente importante quando c’è una strettezza del palato che potrebbe portare a problemi di affollamento dentale. Ma ci sono altri ambiti di intervento che arrivano fino alla risoluzione di problemi respiratori».

Per esempio?
«In alcuni casi, l’ortodonzia intercettiva può essere utilizzata per migliorare la funzione respiratoria, specialmente quando ci sono problemi di respirazione attraverso il naso dovuti a una deviazione del setto nasale o ad altre condizioni. Tuttavia può essere utilizzata per correggere problemi di crescita scheletrica, come una mascella superiore o inferiore troppo avanzata o ritardata. In altri casi serve per la gestione degli spazi dentali: possono essere necessari apparecchi ortodontici per mantenere lo spazio per i denti permanenti in arrivo, specialmente quando i denti decidui (da latte) vengono persi in anticipo o in ritardo».

Info:
Studio Odontoiatrico Dr. D’Ermo Fausto
Pompei – Via Parroco Federico 27
Tel. 3381114128

Redazione Made in Pompei

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Made in Pompei è una rivista mensile di promozione territoriale e di informazione culturale fondata nel 2010.

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