Addio a Giampiero Galeazzi, il ricordo di Giuseppe Abbagnale: «Ci spinse all’oro con la sua voce»
POMPEI. Morte Galeazzi, Abbagnale è sconvolto: «La notizia mi ha lasciato sgomento. Quindici giorni fa avevo incontrato sua figlia Susanna, a Roma, durante una gara. Mi aveva detto che Giampiero stava meglio». Questo il triste retroscena svelato alla nostra redazione da Giuseppe Abbagnale, la leggenda di Pompei del canottaggio, campione olimpico negli anni ’80 insieme a suo fratello Carmine. A raccontare le imprese dei due campioni di Pompei, in Rai e per la tv, era Giampiero Galeazzi: lo storico giornalista sportivo aveva 75 anni, combatteva contro una grave forma di diabete, è morto oggi.
Memorabili e ricche di pathos quasi estremo le telecronache di Galeazzi – soprannominato “bisteccone” a causa di un fisico imponente – che per la Rai, nel 1988, raccontò l’oro olimpico conquistato a Seul da Giuseppe e Carmine Abbagnale: «Ci sono tanti aneddoti che mi legano a Giampiero perché abbiamo condiviso per anni il palcoscenico dello sport, del canottaggio, soprattutto in occasione dei Giochi Olimpici. Era come se con la sua voce, a Seul, quasi ci avesse “spinto” in barca – dichiara sempre Giuseppe Abbagnale, oggi presidente di Federcanottaggio – era un po’ di tempo che non ci sentivamo, ma sua figlia Susanna, due settimane fa, mi aveva rassicurato sulle condizioni di salute di Giampiero».
Tra i ricordi più toccanti, nel giorno dell’addio al celebre giornalista, Abbagnale sottolinea «le battute a tavola con Giampiero, quelle non mancavano mai». «Amo definire Galeazzi – conclude l’oro olimpico di Pompei – come un uomo appassionato e colto, un giornalista a tutto tondo. Sapeva creare empatia con il pubblico e con gli sportivi». Fonte foto: Federcanottaggio – Canottaggio.org
