Tesori Ritrovati: al Mann la mostra che racconta il lato oscuro dell’archeologia
NAPOLI. C’è un’Italia nascosta, fatta di tombe violate, scavi clandestini e capolavori sottratti nel silenzio. Ma c’è anche un’Italia che indaga, recupera, protegge. È proprio da questo scontro tra ombra e giustizia che nasce “Tesori ritrovati: storie di crimini e di reperti trafugati”, la nuova mostra allestita al Museo Archeologico Nazionale di Napoli (Mann), frutto di un lungo e articolato percorso di ricerca condotto in collaborazione con la Procura della Repubblica di Napoli e il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (Tpc).
A coordinare e guidare molte delle indagini che hanno reso possibile questo straordinario recupero è stato Pierpaolo Filippelli, procuratore aggiunto presso la Procura di Napoli, da anni impegnato nella lotta al traffico illecito di beni culturali.
È grazie al lavoro congiunto della magistratura e del Tpc che oggi è possibile restituire alla collettività oltre 600 oggetti trafugati, testimoni silenziosi di una memoria dispersa e faticosamente ricostruita. «Recuperare un’opera trafugata significa restituire identità a un popolo, significa giustizia. E la giustizia, quando incontra la cultura, ha un potere trasformativo straordinario» ha detto Filippelli.
Ma la mostra (visitabile fino al 30 settembre 2025) non è solo una vetrina di reperti: il percorso espositivo si propone come un racconto avvincente e necessario, per ricordarci che il furto di opere d’arte non è soltanto un crimine contro il patrimonio, ma una ferita profonda alla nostra storia e identità nazionale.
«Difendere l’arte significa difendere la memoria e la legalità. Ogni bene recuperato è un atto concreto di giustizia verso la nostra storia e le future generazioni» ha dichiarato il Generale Francesco Gargaro, Comandante del Comando Carabinieri Tpc.
Organizzata in cinque sezioni tematiche, la mostra si apre con un focus sul collezionismo, pratica antichissima che, soprattutto nel secolo scorso, ha alimentato il mercato nero dell’arte e favorito lo svuotamento di interi contesti archeologici. A seguire, uno sguardo più ampio esplora le rotte internazionali del traffico illecito, svelando i meccanismi di esportazione clandestina e le strategie di contrasto adottate su scala globale.
Particolarmente coinvolgente è la sezione dedicata ai casi giudiziari più noti, veri e propri gialli archeologici che hanno fatto notizia per la loro portata e complessità. Non manca uno spazio riservato al fenomeno delle falsificazioni, piaga parallela e insidiosa del mercato nero, fino ad arrivare all’ultima tappa, forse la più toccante: una riflessione sulla perdita irreparabile di opere trafugate e mai ritrovate. Capolavori svaniti nel nulla, simboli di un’eredità mutilata.
Il valore della mostra risiede anche nella straordinaria varietà dei reperti esposti, che coprono un arco cronologico amplissimo – dall’età arcaica al Medioevo – e una geografia che va oltre i confini campani, abbracciando tutto il Mezzogiorno e oltre.
Tra i pezzi in mostra: ceramiche figurate, armi e armature in bronzo, ornamenti funerari, reperti subacquei, marmi di epoca romana, monete greche, romane e medievali. Molti provengono da contesti tombali saccheggiati, altri da traffici internazionali interrotti sul filo del rasoio. Il loro stato di conservazione sorprendente ci parla non solo di arte, ma anche del danno incalcolabile della perdita di contesto.
“Tesori ritrovati” non si limita a documentare. Lancia un messaggio forte e urgente: la difesa del patrimonio culturale è una responsabilità collettiva. Solo attraverso la conoscenza e la consapevolezza si può costruire una cultura della legalità, capace di riconoscere nel bene comune un’eredità da preservare, non da saccheggiare. Una mostra da vedere, ma soprattutto da ascoltare. Perché ogni oggetto racconta una storia. E ogni storia, oggi, è un tesoro ritrovato.
📍 MANN – Museo Archeologico Nazionale di Napoli
📅 11 aprile – 30 settembre 2025
📌 Visita inclusa nel biglietto d’ingresso al Mann