Il progetto di rigenerazione archeo-urbanistica della Grande Pompei

POMPEI. Dopo il Grande Progetto Pompei (Gpp), che ha previsto un vasto intervento pubblico di restauro e messa in sicurezza dell’antica Pompei, sta per partire un secondo progetto, probabilmente più ambizioso e, in ogni caso, più esteso del primo perché interessa un territorio più vasto, tant’è vero che si parla di “Grande Pompei”.

Si tratta di ricomporre per la prima volta la frattura paesaggistica tra le due Pompei, creando un’unica realtà omogenea del territorio vesuviano in cui dovrebbe essere rigenerata, sulla base di una cultura urbanistica contemporanea, una città che ha duemila anni di vita e che ospiterebbe una cittadinanza formata da turisti provenienti da tutto il mondo globalizzato.

Il direttore del Parco archeologico di Pompei Gabriel Zuchtriegel ha annunciato il progetto della Grande Pompei, definito nell’ottica di un sito archeologico Unesco, senza confini interni su un territorio governato da 11 amministrazioni comunali (Portici, Ercolano, Torre del Greco, Torre Annunziata, Boscoreale, Boscotrecase, Terzigno, Trecase, Pompei, Castellammare di Stabia e Scafati).

Il progetto comprende gli Scavi di Pompei ed altri parchi. Ha avviato 28 cantieri di restauro, 11 sono in fase di avvio. È prevista in un triennio la spesa (già finanziata) di 100 milioni di euro. Nove cantieri prevedono scavi stratigrafici che, sommati a quelli in corso, coprono una superficie di 9mila metri quadrati, superiore ad ogni campagna di scavo avviata nel secolo scorso.

Il direttore generale del Parco Archeologico ha assicurato che i cantieri saranno visitabili con accompagnatori autorizzati e dietro prenotazione. Una trovata originale per fare di necessità virtù, considerato che in passato l’annuncio di apertura di nuovi cantieri era considera una calamità dal ceto commerciale.

La rigenerazione archeo-urbanistica della Grande Pompei avrà una valenza socio-culturale: i servizi per il pubblico e la sicurezza, i grandi poli espositivi di San Paolino e della Palestra Grande, i depositi di Porta Nola, Stabia e Torre Annunziata, oltre ai collegamenti tra i diversi siti, la valorizzazione delle aree verdi e dell’agricoltura archeologica, la ristorazione e le aree riservate ai bambini.

Si pensa a creare una grande area contemporanea, che forma un’unica realtà dal punto di vista archeologico e urbanistico, dove i Comuni della Buffer Zone saranno parte integrante di un grande parco archeologico diffuso. Allo stesso modo in cui la città antica era parte di un paesaggio culturale, anche oggi non ci dovrebbero essere barriere tra il dentro e fuori.

Mario Cardone

Mario Cardone

Ex socialista, ex bancario, ex sindacalista. Giornalista e blogger, ha una moglie, una figlia filosofa e 5 gatti. Su Facebook cura il blog "Food & Territorio di Mario Cardone".

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