L’INTERVENTO – “Inconcludenti banalità”, ovvero: risposte banali a problemi urbanistici complessi
di Giuseppe A. Berritto
Risposte banali a problemi urbanistici complessi. Non ci resta che attendere la prossima boutade, un défilé in salsa pompeiana. Una ipotesi progettuale stigmatizzata da più parti dalla cultura moderna, diventa un evento acclamato la cui inutilità è palese.
Una proposta obsoleta, archiviata quale ridicolo intervento, privo di senso critico e ignorante dei luoghi e delle circostanze. Una proposta redatta alcuni decenni orsono e bocciata da tutte le istituzioni nazionali per la salvaguardia di un bene archeologico unico al mondo. Queste cupole geodetiche rappresentate all’inizio di una carriera di tutto rispetto, denotavano una insignificante operazione (capita anche ai migliori).
La cosa poteva destare meraviglia ed apprezzamento solo nell’ambito di un particolare contesto e da chi, privo di ogni conoscenza del concetto di bello, si riempie la bocca di frasi fatte attinte ed estrapolate dal “copia ed incolla”.
Scarso senso critico e scarsa cultura degli argomenti trattati, fanno sì che anche il più sprovveduto occupi la scena. La proposta a suo tempo avanzata dal famoso architetto, forse quale semplice esercizio accademico, impraticabile ma suggestivo ha indotto molti a considerare lodevole ciò che non lo è per una serie di motivi.
Una copertura di ampie dimensioni ha bisogno di una consistente struttura di sostegno e di fondazioni per l’ancoraggio a terra tenuto conto delle condizioni di sicurezza e sollecitazioni sismiche in zona sismica. Già questo dovrebbe essere sufficiente a capire che l’operazione richiede ampi spazi liberi per il posizionamento strutturale del manufatto.
L’altro aspetto, che mi sembra di capire, era la funzione di laboratorio di scavi e restauri in sito. Ebbene, anche questo aspetto, era fortemente sottovalutato visto le notevoli sollecitazioni climatiche che avrebbe richiesto un sistema di climatizzazione dai costi impensabili.
Esse dovevano ospitare, oltre il flusso dei visitatori con passerelle aeree, gli operatori di cantiere. Operazione assolutamente impraticabile per i vari aspetti esposti. L’ipotesi progettuale, non per ultimo, è la mancanza assoluta di un intervento contestualizzato al tessuto urbano tra le due realtà urbane esistenti, quella antica e quella moderna.
La cosa sorprendente è il motivo per cui si è svolta la manifestazione. Quale era lo scopo e quali gli obiettivi? Possibile, invece, che l’argomento avesse il solo fine di creare comunque un evento non ascritto e nemmeno sollecitato dall’interessato che, probabilmente, era all’oscuro di quanto si sarebbe discusso.
È una ipotesi valida a fronte del dubbio. Siamo alle solite esternazioni di consentire a qualcuno di occupare uno spazio immeritato ed un ipotetico accredito per un appuntamento mondano.
Forse sarebbe stata più valida e condivisibile la presentazione di lavori svolti da giovani professionisti locali che sul tema hanno prodotto soluzioni di gran lunga più appropriate.
Forse, con un approccio diverso, sarebbe stato più interessante valutare quali possibili soluzioni, alternative allo stato dei luoghi, si possono immaginare per risolvere la distanza esistente tra le due realtà urbane.
L’argomento sarebbe stato sicuramente più interessante ma, soprattutto, avrebbe aperto uno spiraglio nell’immobilismo generale. Il solo fatto di poter immaginare qualcosa di inedito è la prerogativa di una visione di città moderna ed accogliente, dotata di servizi al cittadino ed al turista che per il momento non appare all’orizzonte.
L’impegno civile e sociale di un paese, di una comunità, è quello di produrre soluzioni ai problemi che affliggono il contesto. Sarebbe stato più interessante, per esempio, discutere in chiave moderna l’antica proposta del prof. Bequinot sulla strada cosiddetta Circum-archeologica che a distanza di molti decenni appare la più opportuna e valida (approfittando anche del Pnrr) su cui, purtroppo, la miopia di allora impedì la sua realizzazione.
Sull’argomento, che non vuole essere un suggerimento, la discussione sarebbe stata di gran lunga più interessante. Ma, in fondo, ci troviamo sempre a parlare di cose aliene senza mai entrare nel merito delle questioni. Esercizio, quest’ultimo, sempre ostico, che implica conoscenza e capacità critiche estranee a queste iniziative.