Pompei, per la prima volta aprono al pubblico i depositi dei Granai del Foro
POMPEI. Anfore, vasellame in terracotta, piccoli e grandi contenitori usati per il trasporto e gli scambi commerciali di alimenti e non solo. Un’immersione tra i numerosissimi oggetti della vita quotidiana e i commerci a Pompei.
È quanto offre la visita straordinaria ai depositi di Pompei, ospitati negli antichi granai del Foro, che per la prima volta aprono al pubblico.
Dal 7 luglio 2021, ogni mercoledì dei mesi di luglio e agosto, dalle ore 10 alle 12 e dalle ore 14 alle 16 sarà possibile richiedere una visita accompagnata a cura dei funzionari del Parco. Prenotazione consigliata sul sito www.ticketone.it.
L’acquisto della visita è possibile anche presso la biglietteria di Porta Marina. Il costo della visita è di 3 euro (+1,50 euro di prevendita on-line), in aggiunta al biglietto di ingresso al sito. La visita è riservata a gruppi di massimo 10 persone ogni mezz’ora.
A partire da agosto e per tutto settembre, inoltre, le visite ai granai saranno possibili anche di sera al costo di 5 euro, in aggiunta al biglietto serale di ingresso al sito, ogni venerdì e sabato nelle seguenti date: 6 e 7, 27 e 28 agosto, 3 e 4, 10 e 11, 25 settembre 2021 con le stesse modalità di prenotazione.
I granai/depositi, scavati tra il 1816 e il 1822, si aprono sul lato occidentale del Foro con otto aperture separate da pilastri in laterizio e forse svolgevano la funzione di mercato della frutta e verdura.
Oggi sono il più importante magazzino archeologico della città e ospitano più di 9.000 mila reperti provenienti dagli scavi condotti a Pompei e nel suo territorio dalla fine dell’800.
Custodiscono il vasellame in terracotta che veniva impiegato negli ultimi decenni di vita della città per svolgere le attività quotidiane, come pentole e fornelli per la cottura, brocche e bottiglie, e anfore, i grandi contenitori utilizzati per trasportare olio, vino e salse di pesce da tutto il Mediterraneo.
Sono esposte, inoltre, tavole in marmo e vasche per fontane che adornavano gli ingressi delle case e alcuni calchi di vittime dell’eruzione, oltre a quello di un albero. L’edificio fu costruito dopo il terremoto del 62 d.C. e forse non era ancora terminato al momento dell’eruzione che avvenne 17 anni dopo.
Questa struttura, nelle intenzioni del Parco Archeologico di Pompei, è destinata a diventare un museo dedicato alla storia del Foro e delle attività artigianali che si svolgevano nella città, dove il visitatore potrà vedere non solo i reperti ma anche i calchi delle vittime con gli oggetti che queste portarono con sé durante la fuga.