Amori promessi e turbamenti d’animo: è Pierrot Lunaire, il romanzo di Luca Altrui
POMPEI. Si intitola “Pierrot Lunaire”, il nuovo romanzo dell’autore pompeiano Luca Altrui (220 pagine, edito da Place Book nella collana I Corti). Nato a Vico Equense nel 1977, Luca è al suo secondo lavoro letterario e, parallelamente alla prosa, coltiva la passione per la poesia.
La trama si incentra sulla figura di Ludovico, nobile decaduto e poeta per aspirazione, che si innamora di Salomè, figlia del Marchese De La Torre. Divenuti promessi sposi, il ragazzo inizia a frequentare la famiglia della sua futura moglie, composta da tre sorelle. Tra queste Lucrezia, affetta da un ritardo cognitivo.
Il colpo di scena arriva durante un’esibizione di Salomè, cantante alle prime armi che affronta il Pierrot Lunaire di Schoenberg. Proprio lì, infatti, Ludovico si invaghisce di Dora Cohen, donna ebrea fatale ma bruttissima. La storia si dirama, tra vicende personali e turbamenti dell’animo, sotto la minaccia degli inquietanti avvenimenti di inizio secolo scorso.
«La mia opera – ha dichiarato l’autore – ha avuto una gestazione abbastanza lunga che mi ha lasciato quasi esanime. In quanto al genere, credo sia opportuno non riferirsi a ciò che normalmente si trova sugli scaffali delle librerie oggigiorno, quanto piuttosto alla comune definizione di “letterario”».
«I miei studi, o per meglio dire le mie influenze, hanno forgiato il mio stile. In esso, a mio avviso, va ricercata la cifra di questo romanzo. Se dovessi dare un riferimento alla tendenza che prevale all’interno dell’opera, direi che si tratta del romanzo colto a cavallo tra Ottocento e Novecento, ma non è che una estrema semplificazione» ha continuato.
«I miei modelli – conclude l’autore – sono stati Pirandello, D’Annunzio e Leopardi fra gli italiani. Tra gli stranieri, invece, Wilde, Mann, Kafka, Dostoevskij, Tolstoj e Nietszche. Come risultato ne è venuto fuori qualcosa più vicino a Musil o Hermann Broch. Ma non sono che vaghe speculazioni, che hanno il difetto di poter farmi apparire presuntuoso. Solo dico, dovendo avere dei modelli, meglio confrontarsi coi grandi».