Entro l’estate, Pompei avrà il suo nuovo direttore

Alfonsina Russo ha preso le redini del Parco Archeologico di Pompei dopo la scadenza del contratto di Massimo Osanna

POMPEI. È Alfonsina Russo a prendere le redini del Parco Archeologico di Pompei dopo la scadenza del contratto di Massimo Osanna. La direttrice ad interim, attualmente alla direzione del Parco Archeologico del Colosseo, porterà avanti le attività del sito fino alla nomina del successivo direttore generale e ha già le idee chiare su come svolgere la sua attività. Massima attenzione a tutte le attività in corso di svolgimento nel sito vesuviano e una politica di assoluta continuità delle procedure in corso. Inoltre, l’idea è quella di proseguire nel solco delle attività già tracciate da Osanna, i cui risultati hanno avuto un riscontro internazionale, grazie anche al prezioso lavoro di squadra condotto in questi anni dai funzionari e dal personale del Parco Archeologico.

Entro l’estate, Pompei dovrebbe avere il suo nuovo direttore: tra i candidati c’è anche il direttore uscente, Massimo Osanna. Sul sito del Ministero dei Beni Culturali, intanto, sono visionabili le commissioni che dovranno esaminare esperienze e curricula dei candidati per il conferimento dell’incarico di livello dirigenziale di direttore, non solo di Pompei ma anche della Galleria dell’Accademia di Venezia e della Reggia di Caserta.

La commissione di valutazione è composta da Donata Levi (presidente), docente ordinario di Storia della critica d’arte e museologia presso l’Università di Udine, da Valter Curzi, docente ordinario di Storia dell’Arte Moderna presso l’Università di Roma “La Sapienza”, da Michela di Macco, già docente ordinario di Storia dell’Arte Moderna all’Università di Roma “La Sapienza”, dall’arch. Richard Hodges, presidente dell’Università Americana di Roma e da Fausto Zevi, già docente di Archeologia e Storia dell’Arte Greco Romana presso l’università di Roma “La Sapienza”.

Tanti sono gli specialisti che hanno fatto domanda ma tanti, tra gli addetti ai lavori e tra gli appassionati, sperano in un “Osanna bis”, entusiasmati dal nuovo volto dato a Pompei in questi ultimi anni dal professore lucano, che ha creato un modello internazionale valido e funzionale. Da “città dei crolli” al Grande Progetto, i risultati del sito parlano chiaro.

Un intervento rilevante ed impegnativo da 105 milioni di euro tra fondi Fesr e nazionali, risultato efficiente e vincente e che ha portato alla riqualificazione del sito archeologico attraverso la riduzione del rischio idrogeologico, con la messa in sicurezza dei terrapieni non scavati e delle insulae, con il consolidamento e restauro delle murature, delle superfici decorate, la protezione degli edifici dalle intemperie, con conseguente aumento delle aree visitabili, il potenziamento del sistema di videosorveglianza, il tutto sostenuto da un adeguato piano di studi finalizzato alle diagnosi, all’approfondimento della conoscenza scientifica e all’indirizzamento delle scelte operative.

In più si è dato avvio al più grande intervento di scavo dal dopoguerra oggi a Pompei: nella Regio V, un’area di oltre 1.000 mq. (il cosiddetto “cuneo”) tra la casa delle Nozze d’Argento e la casa di Marco Lucrezio Frontone che ha portato interessanti novità per la storia della città e per la sua topografia antica. Nella sua ultima uscita, Osanna ha dichiarato che, in caso di una eventuale nomina, vorrebbe portare avanti i progetti già avviati, continuando gli scavi nella Regio V e portando avanti il lavoro nei siti di Oplontis, Boscoreale, Stabia e nella Reggia di Quisisana. A conclusione del Grande Progetto Pompei, inoltre, ha senso parlare finalmente anche di manutenzione ordinaria e programmata del sito grazie ai nuovi funzionari assunti nell’ultimo concorso Mibac e all’arrivo di 7 nuovi restauratori.

Alessandra Randazzo

Alessandra Randazzo

Classicista e comunicatrice. Si occupa di beni culturali per riviste di settore.

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