Pompei, restauri e nuovi studi nella splendida Casa della Caccia Antica

Dai nuovi studi sono emersi dati inediti sul sistema di approvvigionamento idrico della domus

POMPEI. Grazie ad una convenzione fra l’Università di Torino, il Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale” e il Parco Archeologico di Pompei presto sarà possibile ammirare la splendida Domus della Caccia Antica, situata nella Regio VII di Pompei. Gli Enti coinvolti già dal 2016 stanno portando avanti interventi di restauro e indagini archeologiche, che mirano ad una migliore conoscenza del complesso.

La nuova campagna conclusasi da pochi giorni, coordinata dai professori Diego Elia e Valeria Meirano dell’Università di Torino, ha definito un piano diagnostico complessivo per analizzare gli elevati, conoscere lo stato di degrado delle strutture, dei rivestimenti e, soprattutto, per interpretare le complesse fasi edilizie della casa, che vanno dal II secolo a.C. fino all’eruzione del 79 d.C. Il tutto in previsione di un intervento complessivo di recupero e di una riapertura al pubblico.

Tra le novità emerse, presentate dal professor Elia, c’è una serie di dati inediti relativi al sistema di approvvigionamento idrico della domus e ai diffusi lavori di ristrutturazione, visibili in particolar modo nei pavimenti, che erano in rifacimento al momento dell’eruzione. Gli affreschi delle facies e il pavimento del tablinium presentano grossi problemi di conservazione, ma l’intervento permetterà di recuperare l’unità originale e, in parte, la tonalità del pavimento.

Purtroppo l’affresco da cui prende nome la casa è ormai solo in parte riconoscibile a causa di eventi meteorici che lo hanno danneggiato irrimediabilmente, ma si conservano in discreto stato altri affreschi quasi interamente databili alle ultime fasi di vita della città e tutti in IV stile. Venere pescatrice e Leda e il cigno sono presenti in un cubicolo con pareti a fondo bianco, mentre Teseo e Arianna e Dedalo e Pasifae decorano il raffinato tablino. Oggi questi episodi del mito cretese sono esposti al Museo Archeologico di Napoli.

Alessandra Randazzo

Alessandra Randazzo

Classicista e comunicatrice. Si occupa di beni culturali per riviste di settore.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *