Dieta Mediterranea: a Pollica l’evento con Fabrizio Bosso, Marco Messina e Marcello Colasurdo

In Cilento un momento di riflessione/azione per lanciare il concetto di Dieta Mediterranea verso le generazioni future

POLLICA. Nel 2010 l’Unesco, su proposta di Italia, Spagna, Grecia e Marocco, ha iscritto la Dieta Mediterranea nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità definendola: «un insieme di competenze, conoscenze, riti, simboli e tradizioni, che vanno dal paesaggio alla tavola». Tra l’11 ed il 13 ottobre 2018 il Comune di Pollica, in collaborazione con il progetto PidMed della Camera di Commercio di Salerno (Cciaa) e dell’Università Federico II di Napoli, promuove un momento di riflessione/azione per lanciare il concetto di Dieta Mediterranea verso le generazioni future e di costruire così un laboratorio permanente su quello che può essere una visione autoctona di innovazione. Negli ultimi anni il concetto di innovazione tende a riferirsi sempre più a nuove idee che trovino soluzioni a sfide sociali, culturali, economiche e ambientali a beneficio delle persone e del pianeta.

A ciò si aggiunge un altro ingrediente fondamentale: il protagonismo civico che partecipa attivamente negli interventi d’innovazione. Il rischio è imporre un modello di innovazione che poco ha a che fare con i giacimenti di bellezza delle nostre comunità che potrebbero rifarsi a modelli lontani che non hanno la peculiarità di attecchire sul nostro tessuto economico; specialmente quello del Sud Italia che vive/gode di dinamiche uniche. Lo scopo dell’iniziativa Dieta Mediterranea 4.0 getta le basi per “addomesticare” le tecnologie e che abbiano una funzione per i nostri scopi, ma anche che possa contribuire a indicare una via per generare nuove soluzioni per la complessità del nostro tempo. L’evento si articolerà in 3 fasi:

– un workshop per le imprese del territorio che con il loro lavoro sostengono il progetto della Dieta Mediterranea per elaborare progetti concreti d’innovazione che potranno beneficiare dei voucher sulla digitalizzazione 4.0 predisposti dalla Cciaa di Salerno;
– un workshop con i giovani del territorio e 10 giovani da tutto il mondo sul (post) digital storytelling dei giacimenti di autenticità della Dieta Mediterranea;
– una festa con musica live vecchia e nuova miscelata insieme e un DJSet che vede per la prima volta insieme artisti del calibro del trombettista jazz Fabrizio Bosso, del cantore popolare ‘a fronn e limone Marcello Colasurdo, Marco Messina e Sascha Ricci dei 99Posse rispettivamente alla“diavolerie elettroniche” e al piano-, e del sound selector Gamino del gruppo dance elettronico Jambassa.

Con Dieta Mediterranea 4.0 s’intende rivestire il concetto classico di dieta mediterranea: partendo  dall’assunto dell’Unesco c’è l’intenzione di allargare la visione del concetto ad uno stile innovativo aprendo uno spazio laboratoriale per candidare il Cilento alla guida di un modello di innovazione autoctono che parta dalla consapevolezza che la prosperità può essere raggiunta solo in maniera collettiva, tenendo insieme impatti positivi sulle economia e felicità delle comunità. Il tutto dovrà ruotare intorno a semplice e genuini principi: conoscenza, convivialità e festa come dispositivi per rispondere alla complessità del presente. La dieta Mediterranea non è una celebrazione di stili di vita passata, ma è l’unica chance per poterci riprendere in mano il futuro.

DietaMediterranea 4.0 è curato da Alex Giordano (Università Federico II di Napoli) ed organizzato dal Comune di Pollica con la direzione organizzativa di Valerio Calabrese (Museo della Dieta Mediterranea) in partnership con il progetto PidMed (Università e Cciaa di Salerno e di Caserta) e Museo della Dieta Mediterranea , con il supporto di Camera di Commercio di Salerno, Ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e degli Alburni, Coldiretti e Coldiretti Giovani-Impresa di Salerno, Confesercenti di  Salerno, Legambiente eSlowFood Giovani Campania. «Il Mediterraneo presenta uno scenario ricco sul piano storico e culturale, che ha visto il passaggio, il conflitto e la combinazione di popoli, lingue e civiltà differenti. Si può definire una storia caratterizzata da tradizioni e innovazioni, chiusure e aperture, dove ai fanatismi si alternavano tolleranze, e ancor più le dichiarazioni di principio venivano contrapposte agli intrighi con il nemico.

Lungo i confini storici delle sponde del Mediterraneo si poteva già parlare di rete e unità tra le città e i borghi situati nello spazio mediterraneo, che rappresenta anche ciò che lo ha animato e lo fa vivere tutt’ora». L’elemento unificante va ricercato nella «proiezione spaziale dei rapporti sociali» e per questo possiamo definire il Mediterraneo come una sorta di «internet ante litteram». Non ha caso, forse , è la patria della musica. E guardare a quello che è successo nel bacino del Mediterraneo ci può indicare anticorpi importanti per uscire dal fallimento del presente. Il Mediterraneo è stato allo stesso tempo identità e indebolimento di essa, e il mare ha da sempre aperto la mente all’idea di partenza che a sua volta permette un ritorno sempre realizzabile, con svariate possibilità di movimento.

È un contesto interessante che ci suggerisce, in cui è inevitabile instaurare un rapporto con l’altro, che si tratti di contatto e incontro o di conflitto, nella prospettiva di ridefinizione e reinterpretazione della propria identità e cultura, mantenendo i segni essenziali per essere più aperto e pronto al dialogo con l’altro.  In questo modo non ci si chiude alle realtà circostanti, ma ci si lascia liberi solo di imparare da esse. È il caso questo di tutta la musica nata nel mediterraneo che ha anticipato quell’incontro tra cultura africana ed europea che in America ha dato origine al jazz e che oggi non deve guardare indietro ad una oleografia fatta solo di pizzica e tarantelle ma deve continuare ad incontrare, accogliere, metabolizzare tutti i generi del mondo restituendo sonorità sempre identificative che possono, anzi devono, comprendere anche  un sound urbano ma, a differenza di quanto accade a New York, Berlino, Londra, restituire un sound sempre e inesorabilmente meridionale.

Questo incontro che avviene nella patria della dieta mediterranea, scoperta nel Cilento proprio dal viaggio dello statunitense Ancel Keys, tra Fabrizio Bosso, uno dei maggiori nomi del panorama Jazz internazionale, con uno dei massimo cantori della civiltà contadina che è Marcello Colasurdo, sulle vibrazioni electro-visuali di Marco Messina e Sascha Ricci che rappresentano un pezzo di storia della musica napoletana/globale con i visual di Loredana Antonelli, viene a ricordarci che ogni tradizione rimane e non può non rimanere se stessa, ma, se viene spinta a compiere un viaggio, può ritornare a casa con molti insegnamenti e rileggere la propria storia in modo nuovo, valorizzare qualcosa che essa ha conosciuto e ha lasciato cadere.

È questo il senso dei workshop e di tutta l’esperienza DietaMediterranea 4.0 che intende scegliere  conoscenza, convivialità e festa come dispositivi per rispondere alla complessità del presente. Il Cilento è la terra del Mito dove era forte il valore accettazione tragica dei conflitti, che non necessariamente devono prevedere un vincitore e un vinto ma che prevedono una possibilità di convivenza. Un valore alto che oggi, più che mai, in tempi di complessità radicale, va recuperato perché (per dirla con le parole del sociologo Franco Cassano) «la ragione del futuro o sarà plurale o non sarà».

Redazione Made in Pompei

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Made in Pompei è una rivista mensile di promozione territoriale e di informazione culturale fondata nel 2010.

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