“Pluto the God of Gold”: gli studenti del vesuviano in scena al Teatro Grande di Pompei

POMPEI. Marco Martinelli ha dimostrato con lo spettacolo “Arrevuoto” di avere tutti i numeri per far emergere l’innato protagonismo dei ragazzi napoletani mettendo in scena una forma di teatro popolare, che a Pompei si è ispirato a testi greci di Aristofane, adattati al contemporaneo nella rassegna annuale “Sogno di Volare”.

Dopo Stop The War con gli Acarnesi, del medesimo autore, ecco in scena quest’anno “Pluto”, una critica feroce sul consumismo. Vale a dire uno stile di vita dettato dal dio denaro che si espande sotto la regia sottile della finanza internazionale. Pluto, il dio del denaro, è cieco e non guarda in faccia a nessuno, di conseguenza premia gli imbecilli, i parassiti, gli ignoranti e i truffatori.

Si scatena su questa tematica una disamina corale a cui partecipa un esercito di ragazze e ragazzi che, sotto la regia sapiente di Marco Martinelli, improvvisa trovate argute sull’incongruenza dei nostri stili di vita, in un’epoca in cui la politica ha perso di vista l’etica. Bisognerebbe a questo punto ridare la vista al Dio Pluto perché impari a premiare gli onesti e i meritevoli. Alla fine è questa la semplice soluzione per far quadrare il bilancio della convivenza tra le classi sociali?

Il potere del dio denaro, che da Aristofane si è trasferito ai giorni nostri, conferisce protagonismo alla recitazione urlata che sfoga positivamente l’intemperanza giovanile che si appassiona istintivamente alle cause giuste (come quella per la salvezza del popolo innocente della Palestina) e dimostrazione di saper far frutto degli insegnamenti dei buoni maestri.

La disamina delle iniquità causate dalle diseguaglianze nella distribuzione della ricchezza prodotta (anche a causa delle evasioni fiscali) procede nello spettacolo tra la comparazione delle giustificazioni dei ricchi in contrasto alle rivendicazioni dei poveri. Vengono inoltre messi in evidenza i privilegi di alcuni mestieri e si esaminano le conseguenze sociali della miseria, come quella del calo delle nascite.

Ha sorpreso soprattutto, nello spettacolo di ieri sera (e di sabato 25 maggio 2024), il protagonismo e l’efficacia interpretativa delle studentesse del nostro territorio che hanno interpretato alla grande il ruolo teatrale di contestazione del presente, nella consapevolezza di quello che avranno di donne protagoniste nella famiglia come nella società. Per questo urlano senza alcun ritegno il fondamento delle loro rivendicazioni.

Alla fine “Sogno di Volare” ci pare un’iniziativa teatrale di successo, non fosse altro perché ha portato al teatro classico un pubblico di spettatori inedito. Abbiamo di fatto notato la presenza di intere famiglie del vesuviano, a partire dai nonni di giovani interpreti, che si sono letteralmente arrampicati sulla gradinate del Teatro Grande per assistere alla coralità impetuosa dei loro giovani parenti vesuviani, autentiche rivelazioni del teatro contemporaneo.

Mario Cardone

Mario Cardone

Ex socialista, ex bancario, ex sindacalista. Giornalista e blogger, ha una moglie, una figlia filosofa e 5 gatti. Su Facebook cura il blog "Food & Territorio di Mario Cardone".

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