La protesta di Animal Climate Save a Pompei contro l’industria alimentare
POMPEI. I capitoli locali Salerno e Napoli Animal Save, si sono riuniti a Pompei domenica scorsa (25 febbraio 2024) per prendere parte al FebruDairyFree, una campagna di sensibilizzazione contro il FebruDairy.
Nel mese di febbraio, infatti, l’industria casearia americana ha avviato il #FebruDairy, cioè un intero mese di propaganda a favore dei prodotti derivati dal latte. A ciò Animal Save Movement ha risposto con il #FebruDairyFree, cioè dedica un mese ad esporre le infinite problematiche che comporta la produzione del latte derivato dagli animali.
«Se molto spesso – spiegano gli attivisti – si è consapevoli che il consumo della carne comporta l’uccisione dell’animale, non vale lo stesso per il consumo dei suoi derivati, e questo perché il loro sistema di produzione è sconosciuto ai più». «Ma la verità – hanno aggiunto – è che il latte animale causa inevitabilmente lo sfruttamento e infine l’uccisione delle mucche, dei loro figli e delle loro figlie, alla stregua del consumo della carne».
Gli attivisti hanno poi spiegato che le immagini delle investigazioni sotto copertura, hanno diffuso storie di mucche ingravidate artificialmente e forzatamente per il resto della loro vita, alle quali non è permesso allattare i propri cuccioli come qualsiasi madre, poiché il loro latte è destinato al consumo umano. «Un ciclo che si ripete all’infinito, fino a quando, all’età di quattro anni circa, stremate e inefficienti, saranno mandate al macello» ricordano.
«Lo stesso destino spetta ai cuccioli: questi ultimi, se maschi, saranno isolati in gabbie anguste – l’assenza di movimento, infatti, renderebbe più tenera la loro carne – e se femmine, subiranno lo stesso destino delle madri» hanno detto gli attivisti di Salerno e Napoli Animal Save, che proprio attraverso questa azione, hanno voluto portare alla luce le verità – ancora poco conosciute – nascoste dentro agli allevamenti.
Disposti uno accanto all’altra, gli attivisti e le attiviste hanno rivelato, attraverso dei computer, le terribili violenze inflitte agli animali e hanno mostrato dei cartelloni ai passanti che, sempre più incuriositi, si sono fermati a dialogare con gli attivisti, rallentando sempre di più il via vai di persone.
Lo scopo dell’azione, un Save Square, è stato sia quello di mostrare la sofferenza e l’ingiustizia che si generano dietro la produzione dei derivati del latte, sia il legame che c’è tra i cambiamenti climatici e la nostra alimentazione. «Passare ad un sistema di produzione alimentare a base vegetale è essenziale» è la conclusione a cui giungono i responsabili del movimento.
Durante l’evento, inoltre, sono state raccolte firme per il Plant Based Treaty. «L’adesione al trattato – fanno sapere gli attivisti – resta ancora di fondamentale importanza in un periodo storico in cui si fa urgente la necessità di contrastare la crisi climatica, partendo proprio dalle abitudini alimentari. L’industria alimentare attuale, basata sullo sfruttamento animale, è infatti una delle industrie più inquinanti al mondo».