L’Elettra di Roberto Andò e Sonia Bergamasco conquista il Teatro Grande di Pompei

POMPEI. Li ha meritati tutti, gli applausi del pubblico pompeiano, il regista Roberto Andò, alla fine dello spettacolo di domenica 13 luglio 2025, applauditissime anche Sonia Bergamasco e Anna Bonaiuto per l’Elettra di Sofocle, in scena per l’ottava edizione di Theatrum Mundi, nel Teatro Grande di Pompei

Il regista siciliano non ha presentato una lettura in chiave moderna della famosa tragedia di Sofocle secondo la regola della rassegna estiva organizzata con “prime” da Teatro di Napoli, Teatro Nazionale e Parco Archeologico di Pompei. Andò ha preferito nella sua “Elettra” approfondire la versione originale della tragedia classica.

Il testo, tradotto fedelmente, è stato messo in scena col pieno rispetto dei canoni. La descrizione della spietata vendetta sanguinaria, istigata ed auspicata da una vergine per vendicare l’assassinio di (suo padre) Agamennone protagonista leggendario della guerra di Troia. La protagonista si è sentita “chiamata” dall’Olimpo nel “compimento” del matricidio, ritenuto indispensabile e necessario per chiudere il cerchio di morte decretato per una mitica tragedia familiare.

Le circostanze, il fato e gli dei dell’Olimpo hanno spinto Elettra ad infliggere la morte alla madre Clitennestra e al suo amante Egisto, che erano stati entrambi colpevoli del feroce e oltraggioso assassinio di suo padre Agamennone e di aver privato lei della libertà, a seguito della sua ostinata ribellione.

Ad interpretare Elettra è un’assatanata Sonia Bergamasco, che ha interpretato con anima e corpo il ruolo principale dell’infausta tragedia che si svolge, in forma emblematica, in una sola giornata, da alba a tramonto.

Motivo che ha indotto Andò ad aprire la scena con un prologo in cui la protagonista principale, gonfia d’ira, ha condiviso le sue isteriche invettive rivolte ai nemici della sua famiglia, che la rappresentano indegnamente nei confronti dei sudditi e degli Dei.

Si rivolge al suo mondo di donne, che la consiglia e la compatisce e le sue amiche formano un coro solidale con la sua condizione di schiavitù in un incontro che avviane fuori dalle mura del palazzo regale, in uno scenario devastante di tenebrosa solitudine.

Il racconto della protagonista viene a tratti interrotto da consigli di cautela e appelli alla prudenza in un dramma che esordisce con la voce di Elettra interrogata dalle amiche alle luci dell’alba e si si conclude tra le urla di dolore delle due vittime designate nella notte di follia sanguinaria scatenata dalla vendetta umana ma preceduta da un oracolo degli Dei.

“Come Elettra avrebbe potuto assassinare, senza il sostegno di un uomo, la coppia impura che troneggia sulla scena?”. Il problema è insorto a seguito dell’annuncio della morte del fratello Oreste, che lei aveva allontanato bambino dall’Argolide per tenerlo fuori dal pericolo.

Oreste nella prima fase era stato annunciato morto per coprire la sorpresa dell’attentato (compiuto successivamente insieme alla sorella informata della verità). Intanto Elettra si era pubblicamente proclamata schiava e confinata in un ambito contornato da un paesaggio lunare disseminato di nicchie sepolcrali.

La scena finale viene preceduta dal racconto del percorso doloroso di vita compiuto da Elettra assillata da un dramma interiore che la induce ad agitarsi come una fiera in gabbia, impedita della sua aggressività. Ogni tanto la magnifica protagonista della vicenda, si rivolge al “pianoforte-rifugio” che tiene ad angolo, ponte simbolico tra passato e presente.

La sua musica è per il pubblico, la voce dell’anima. Quella macchina del sarà, alla fine, da giaciglio in cui rilassare le membra stremate dalla tensione di una giornata micidiale. Solo il sonno riparatore la potrà liberare dall’eccitazione demoniaca.

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Mario Cardone

Mario Cardone

Ex socialista, ex bancario, ex sindacalista. Giornalista e blogger, ha una moglie, una figlia filosofa e 5 gatti. Su Facebook cura il blog "Food & Territorio di Mario Cardone".

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