Pompei ricorda l’11 settembre: memoria e pace oltre il tempo
POMPEI. Questa mattina la città si è raccolta in un momento di silenzio e riflessione per commemorare le vittime degli attentati alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001. Una cerimonia intensa e partecipata, segnata dalla presenza del Console Generale degli Stati Uniti d’America a Napoli, Terrence Flynn, che ha scelto Pompei come luogo di memoria condivisa tra due popoli uniti dal dolore e dalla speranza.
La celebrazione si è svolta davanti al monumento cittadino dedicato alle vittime dell’11 settembre, collocato in piazza Bartolo Longo: un’opera che unisce una trave in acciaio proveniente direttamente dalle macerie del World Trade Center al basalto vesuviano, in un abbraccio di memoria e rinascita che lega indissolubilmente New York e Pompei. Un simbolo potente, che trasforma il dolore in un ponte tra culture e popoli diversi.
Davanti a questo segno di memoria universale, il Console Flynn ha pronunciato parole cariche di emozione, ricordando come «il mondo, da quel giorno, non sia stato più lo stesso». Un mondo cambiato dalla violenza e dalla paura, ma capace di riscoprire, attraverso il ricordo, il valore universale della libertà e della dignità umana.
Accanto a lui, il sindaco di Pompei, Carmine Lo Sapio, ha ribadito l’urgenza di coltivare la memoria soprattutto oggi, in un tempo segnato da conflitti e tensioni internazionali: «Il ricordo non è solo un dovere, ma una necessità. Solo se impariamo dal passato possiamo costruire un futuro di pace e di dialogo».
Alla cerimonia erano presenti numerose autorità civili e militari, insieme al sindaco dei ragazzi Marianna Santoro e a una delegazione del liceo “Pascal”, a testimonianza della forza delle nuove generazioni. Un gesto che ha voluto sottolineare l’importanza di sensibilizzare chi non era ancora nato nel 2001, affinché la memoria di quella tragedia diventi un insegnamento vivo e un messaggio di speranza rivolto al futuro.
A rendere ancora più suggestivo il momento, le note solenni del corpo musicale della US Navy Band, che con i suoi fiati hanno accompagnato la deposizione della corona e i minuti di raccoglimento, trasformando la piazza in un abbraccio silenzioso di rispetto e solidarietà.
Il dolore dell’11 settembre appartiene a tutta l’umanità, e Pompei ha scelto di farsi voce di un ricordo che travalica i confini: una città universale, simbolo di rinascita, che in questo anniversario si unisce agli Stati Uniti e al mondo intero per ribadire che solo dalla memoria può germogliare la pace.
E così, tra le pietre antiche di Pompei e l’acciaio ferito di Manhattan, la memoria si è fatta promessa. Promessa di non dimenticare, promessa di difendere la libertà e la dignità umana, promessa di educare le nuove generazioni a costruire ponti invece che muri. In un tempo attraversato da guerre e divisioni, il silenzio di oggi è stato un grido sommesso ma potente: ricordare significa scegliere la vita, custodire la speranza, trasformare il dolore in un cammino condiviso verso la pace.
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