Pompei senza dichiarazioni di solidarietà per la popolazione civile palestinese

POMPEI. In questi giorni di mobilitazione a sostegno della popolazione civile della Palestina, vittima di genocidio sistematico del governo di Israele, che ha persino ostacolato in forma illegittima l’intervento umanitario della Global Sumud Flottilla (portatrice di viveri e solidarietà) ha deluso il silenzio assordante, a riguardo, delle autorità pompeiane della “Città della Pace”.

Molte famiglie pompeiane, nelle associazioni locali, hanno condiviso speranze (e timori) per i bambini di Gaza. Avremmo francamente auspicato dichiarazioni ufficiali dagli organismi di governo del centro mariano, allo scopo di incentivare la pressione psicologica internazionale già avviata da numerose amministrazioni locali di vario colore politico. Purtroppo Pompei non ha sentito il dovere civile di alimentare propositivamente l’appello alla compassione nei confronti del popolo amico del Mare Nostrum.

Vogliamo a questo punto ricordare la portata e il significato dell’evento del 28 aprile 2013 quando, dopo Napoli, anche Pompei nominò il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen cittadino onorario. Allora, l’amministrazione comunale in carica intese sostenere con un’iniziativa concreta il processo di pace per il riconoscimento dello Stato di Palestina e per un comune lavoro internazionale a sostegno dell’integrazione sociale e produttiva tra i paesi del Mediterraneo.

Ricordiamo che all’epoca non mancarono asprezze nello scontro politico e attacchi sulla stampa di iniziative non condivise, ma bisogna ammettere che persisteva l’orgoglio della dignità istituzionale. Il dibattito pubblico non si limitava al commento delle statistiche sul turismo e il conseguente business, gli eventi estivi e i lavori stradali.

La politica, per essere autorevole, deve interrogarsi sulle vicende internazionali per orientare un serio progetto amministrativo. Altrimenti è solo “bancarella”. Le tematiche etiche influenzano inevitabilmente l’educazione delle giovani leve. Tanta violenza nasce dai cattivi esempi e dalla mancanza di ideali.

A Pompei in questi giorni ci capita, al contrario, di leggere dai social dell’affossamento sistematico di un’iniziativa civile di consiglieri comunali di minoranza che (sull’esempio di molti altri piccoli e grandi Comuni italiani) aveva proposto alla maggioranza amministrativa una mozione di solidarietà con le vittime di Palestina, contro l’odiosa aggressione dell’inerme popolazione civile per ritorsione dopo un atto di terrorismo parimenti crudele, ma che non giustifica la rappresaglia indiscriminata.

L’amministrazione comunale ha scelto, di nuovo, di non votare la mozione che aveva proposto l’opposizione per la pace in Medio Oriente il 30 luglio in un testo “semplice ed equilibrato”. «Senza spirito di propaganda. Esclusivamente è stata sollecitata la comunicazione pubblica di sentire il dovere morale di stare dalla parte delle vittime innocenti che muoiono sotto le bombe» commenta la minoranza.

Abbiamo letto dai social di manovre dilatorie e pratiche di insabbiamento che non fanno onore a questa amministrazione locale. Non s’intende fare inopportune denunce e raccontare strategie di basso profilo, ma sostenere nell’interesse della tradizionale dignità della Pompei civile un’iniziativa condivisa di alto profilo morale, che merita oggettivamente migliore rispetto dal vertice municipale.

Molti a Pompei condividono l’opinione che sia importante e fondamentale dare alla “Città della Pace” il ruolo umanitario propositivo che le compete, per l’immagine e la tradizione di un Campanile illuminato, che deve trasmettere anche calore, in linea con l’insegnamento di Bartolo Longo, il quale, insieme alla diffusione della preghiera del Rosario, ha praticato iniziative umane concrete, nel sociale, a difesa dei più deboli, senza fare discriminazioni.

Mario Cardone

Mario Cardone

Ex socialista, ex bancario, ex sindacalista. Giornalista e blogger, ha una moglie, una figlia filosofa e 5 gatti. Su Facebook cura il blog "Food & Territorio di Mario Cardone".

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