JR a Napoli: lo sguardo del mondo sfonda i muri dell’arte

NAPOLI. C’è un momento preciso in cui l’arte non si limita a parlare, ma grida. Non per violenza, ma per urgenza. È il momento in cui attraversi le sale delle Gallerie d’Italia a Napoli e ti trovi dentro gli occhi degli altri. Letteralmente. Perché JR, artista francese che ha reso il volto umano una bandiera universale, porta nel cuore del Mezzogiorno una mostra che non è solo esposizione: è esperienza, è sguardo, è rito.

Lui, che ha incollato visi sulle barriere di confine, sulle baraccopoli, sui palazzi diroccati, ora trova a Napoli la città-mondo ideale. Napoli come lente di ingrandimento e come ferita aperta, come simbolo di resistenza visiva e di bellezza offesa. La mostra – potente, immersiva, a tratti quasi spirituale – racconta (fino al 5 ottobre 2025) non solo la poetica di JR ma anche ciò che lo circonda: il suo è uno sguardo che abbraccia il mondo ma lo restituisce nella sua forma più nuda.

Fotografie in bianco e nero di dimensioni monumentali, volti che si trasformano in paesaggi, strade che diventano tela. JR restituisce umanità là dove il mondo la cancella. E nella Napoli stratificata, la cui identità è scritta nel tufo e nel sangue, il suo lavoro diventa detonatore. Un’arte che fa saltare in aria il concetto stesso di confine.

In dialogo diretto con la mostra, si inserisce anche l’installazione “Omelia Contemporanea”, realizzata da JR in concomitanza con l’apertura della retrospettiva. Sulla facciata del Duomo di Napoli compaiono volti monumentali di persone comuni – donne e uomini che abitano la città – stampati su grandi teli e sospesi tra le arcate gotiche. I loro sguardi, fermi e penetranti, si affacciano sulla piazza come presenze vigili e silenziose.

La cattedrale, simbolo del sacro e della tradizione, si trasforma così in corpo collettivo, in parola visiva che accoglie le storie invisibili della quotidianità. Non c’è solo estetica: c’è una liturgia umana, una preghiera fatta di occhi, in cui l’arte non decora ma interroga, non consola ma chiama.

E poi Gaza, dove JR ha stampato su un’enorme tela il volto di una bambina uccisa dai bombardamenti e lo ha disteso tra le macerie, visibile solo dall’alto: un grido visivo lanciato a chi sorvola e a chi colpisce, oltre ogni censura, oltre ogni distanza.

In questa mostra, tutto parla di potere: il potere dello sguardo, della collettività, della narrazione visiva. Ma anche della memoria. Le storie che JR porta con sé non sono illustrate, ma incarnate. Sono i volti dei migranti, dei lavoratori, dei dimenticati. Eppure, non c’è mai pietismo. C’è resistenza. C’è luce. C’è un’ostinata dignità che si stampa ovunque, come un manifesto clandestino che rifiuta l’oblio.

Alle Gallerie d’Italia, il cortocircuito è immediato: in un palazzo neoclassico, le periferie del mondo entrano in punta di piedi e si prendono lo spazio. Nessuna cornice dorata, nessun filtro, nessuna distanza. Solo pelle, pupille, storie. JR mette tutti – pubblico, curatori, artisti, città – davanti a una domanda bruciante: chi stai guardando davvero? E da dove guardi tu?

L’arte pubblica, quella vera, è tutto questo. Non abbellisce, interroga. Non distrae, sveglia. È politica senza partiti, liturgia senza dogmi, architettura della presenza. JR la maneggia come un rabdomante moderno: trova le faglie nella superficie delle cose e ci fa sgorgare dentro storie, tensioni, empatia. L’arte, se pubblica, non è mai solo nello spazio. È nello sguardo condiviso.

Nel cuore di Napoli, JR non espone solo immagini. Costruisce un teatro urbano delle coscienze, dove l’estetica è al servizio dell’etica e ogni passante diventa parte di un racconto che non si può ignorare. E in questo rituale collettivo, ogni spettatore è chiamato a farsi testimone. Perché, come nelle performance più autentiche, l’arte di JR esiste solo se c’è qualcuno che guarda davvero.

Questo slideshow richiede JavaScript.

Noemi Perlingieri

Noemi Perlingieri

Cresciuta a Trevico, il tetto della Campania e paese natio del regista Ettore Scola, si laurea alla facoltà di Archeologia e Storia dell’arte della “Federico II” con una tesi triennale sul Museo Hermann Nitsch di Napoli e una tesi magistrale sul Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale. Il mondo della fotografia la affascina da sempre e fin da giovanissima partecipa attivamente alle iniziative culturali dell’associazione Irpinia Mia. Dal 2014 è in forza presso il Parco Archeologico di Pompei a supporto dell’Area tecnico specialistica - settore valorizzazione del Grande Progetto Pompei. Dal 2023 è Consigliere regionale Icom Campania.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *