“Spirit of Naples”: quando la cultura diventa respiro del mondo

NAPOLI. Certe città non si abitano: si ascoltano. E Napoli, in questi giorni, ha parlato al mondo come solo lei sa fare: con il battito del suo cuore antico e il coraggio del suo sguardo futuro. Tra le mura di Castel Capuano, antico simbolo di giustizia e custode di storie millenarie, dove il passato si intreccia con il presente, si è celebrata la seconda Conferenza UNESCO “Cultural Heritage in the 21st Century” – un appuntamento che non è stato solo un convegno, ma un atto poetico, politico e profondamente umano.

In un’epoca segnata da fragilità e smarrimento, Napoli ha scelto la bellezza come bussola e il patrimonio culturale come strumento di rinascita e unione. La direttrice generale dell’UNESCO, Audrey Azoulay, ha aperto la riflessione ricordando con forza che la protezione del patrimonio non è una mera questione accademica, ma una scelta politica ed etica fondamentale: proteggere la cultura significa proteggere l’umano.

Un appello a costruire un’alleanza forte e condivisa tra istituzioni, comunità scientifiche, governi e cittadini, perché solo uniti si può difendere ciò che rende ciascuno di noi parte di un unico tessuto globale.

Su questa stessa linea si è mosso il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha invitato a rafforzare le sinergie tra le diverse convenzioni UNESCO per garantire un’azione integrata, capace di tenere insieme cultura e natura, identità e paesaggi, luoghi e spirito. Tajani ha lanciato un monito alla responsabilità collettiva in un tempo in cui la distruzione – fisica e culturale – non risparmia più nemmeno la memoria storica, che è il fondamento stesso della nostra identità.

Il ministro della Cultura Alessandro Giuli ha raccolto questo filo, portando lo sguardo oltre i confini e sottolineando la valenza globale della conferenza: un impegno condiviso nella tutela e nella “ricostruzione” delle culture in ogni angolo del pianeta, dall’Africa all’Ucraina. Giuli ha ricordato che la cultura è un bene pubblico essenziale, motore di inclusione sociale, sviluppo sostenibile e pace.

In un mondo sempre più interconnesso ma fragile, è urgente condividere competenze, costruire alleanze e difendere la diversità culturale. E proprio su questo ha posto un accento particolare sul dramma dell’Ucraina, evocando la sua ricostruzione culturale come un imperativo morale che va ben oltre il confine nazionale: dove si distruggono teatri, chiese, archivi e musei, si spegne una parte di noi tutti. Ma ogni pietra rialzata, ogni affresco restaurato, ogni biblioteca riaperta sarà un inno silenzioso alla resilienza e alla forza dell’umanità.

Il ricordo di Koyo Kouoh, la prima curatrice africana della 61. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia 2026, prematuramente scomparsa, ha toccato il cuore dell’assemblea. Giuli ha voluto onorarla, sottolineando l’impegno a proseguire sulle tracce da lei aperte, fondate su apertura, dialogo e innovazione culturale.

Un’eredità umana e intellettuale che illumina il cammino della comunità artistica globale. In quel momento di commozione, Napoli si è fatta ancora una volta carezza e altare: il luogo dove l’arte incontra la vita e la bellezza diventa eredità da custodire.

Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ha chiuso gli interventi con un’intuizione di straordinaria profondità: il patrimonio non è solo un bene culturale da tutelare, ma uno spazio di responsabilità collettiva, parte viva e pulsante della vita quotidiana da custodire e valorizzare per le generazioni future. Napoli, nella sua capacità di intrecciare tutela e umanità, cura e gesto quotidiano, si è offerta come modello da sentire e non solo da imitare.

Al centro della conferenza, sei sessioni tematiche hanno scandagliato le urgenze e le possibilità: dalla conservazione fisica dei siti UNESCO alla partecipazione attiva delle comunità, dalla sostenibilità ambientale alla gestione del turismo di massa, dalla formazione condivisa alla cittadinanza culturale.

Le Maratone dell’Ascolto, momento cardine della manifestazione, hanno restituito voce a chi spesso resta ai margini: cittadini, giovani, artigiani, educatori, artisti, migranti. Un’orchestra vibrante di vissuti e desideri che ha ridato al patrimonio il suo volto più autentico: quello della gente che lo vive e lo ama.

E proprio oggi, mentre si chiude la conferenza, la stampa nazionale ha consacrato Napoli come capitale permanente delle politiche culturali UNESCO. Non è un titolo formale, ma un riconoscimento profondo: a Napoli il patrimonio è vivo perché è condiviso, partecipato, sentito. I delegati lo hanno detto chiaramente: «A Napoli abbiamo capito che il patrimonio non è un monumento: è una relazione». Una frase che racconta tutto: la cultura non come ornamento, ma come ossigeno; non come privilegio, ma come diritto.

Attraverso la coralità delle voci e l’intelligenza delle visioni, Napoli ha dimostrato che la cultura non è un lusso da élite, ma un diritto, una necessità, un patto morale con il futuro. Non ci può essere pace senza memoria. Non c’è futuro senza bellezza condivisa. Difendere il patrimonio significa difendere ciò che ci rende umani: la nostra capacità di sentire, di tramandare, di costruire ponti.

E così, mentre cala il sipario su Castel Capuano, il viaggio dello Spirit of Naples comincia davvero: tra le pieghe della memoria e i battiti del presente, nei quartieri dove l’arte si mescola al pane, nei cuori che ancora credono – testardamente, poeticamente – che salvare la bellezza significhi salvare l’umano.

Noemi Perlingieri

Noemi Perlingieri

Cresciuta a Trevico, il tetto della Campania e paese natio del regista Ettore Scola, si laurea alla facoltà di Archeologia e Storia dell’arte della “Federico II” con una tesi triennale sul Museo Hermann Nitsch di Napoli e una tesi magistrale sul Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale. Il mondo della fotografia la affascina da sempre e fin da giovanissima partecipa attivamente alle iniziative culturali dell’associazione Irpinia Mia. Dal 2014 è in forza presso il Parco Archeologico di Pompei a supporto dell’Area tecnico specialistica - settore valorizzazione del Grande Progetto Pompei. Dal 2023 è Consigliere regionale Icom Campania.

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