Soul Express: la voce di una Napoli che suona il futuro
NAPOLI. C’è un suono che vibra sotto pelle, che risale dalla terra antica e si incarna nei battiti di chi ha scelto di restare, di trasformare la città in ritmo, la notte in linguaggio, l’arte in resistenza. Quel suono è il respiro di Soul Express, collettivo musicale e culturale nato a Napoli nel 2015, diventato nel tempo cassa di risonanza di una nuova generazione che non cerca il palco, ma la condivisione. Il rito collettivo. L’urgenza di esserci.
Cristiano Cesarano, ceo e co-fondatore del progetto, è più di un organizzatore o promotore culturale. È un rabdomante urbano che attraversa le frequenze della città come si attraversano le storie, restituendole voce e visione. Gestisce Lento Hi-Fi, luogo-simbolo per chi vive e crea fuori dalle logiche del mainstream, laboratorio sonoro e sociale dove la sperimentazione diventa tessuto vivo della comunità. Con lui, l’underground partenopeo ha smesso di essere sottosuolo e ha cominciato a farsi superficie, festa, lotta.
Soul Express è movimento. È clubbing che incontra l’impegno, è estetica che si fa politica del gesto. Dai dancefloor intimi ai grandi eventi pubblici come Quitta, celebrato nell’aprile 2024 negli spazi monumentali del Real Albergo dei Poveri, il collettivo ha sempre tenuto al centro la possibilità di un’esperienza comune. La musica diventa il pretesto, l’inizio, la miccia. Ciò che esplode è un senso di appartenenza, una comunità in costruzione che balla per rivendicare spazi, sogni, visioni.
Ogni serata è un atto performativo, ogni traccia un richiamo. Funk, house, disco, afrobeat, elettronica rarefatta e cosmica: non è solo selezione musicale, è una mappatura emotiva. Soul Express non propone una nostalgia ma una proiezione, una Napoli che guarda lontano ma non dimentica il sangue che le scorre sotto.
Cesarano è il medium, ma Soul Express è un coro. È l’unione di menti e cuori e tanti artisti, visual designer, curatori e corpi che si sono intrecciati nel tempo. È un’architettura del suono e della possibilità, che ha fatto della città un laboratorio di futuro. Non un contenitore, ma un organismo vivo.
Tra lo scorso anno e questa nuova stagione Soul Express ha abitato Casa Morra, portando dentro uno dei cuori pulsanti dell’arte contemporanea napoletana la sua visione fluida e radicale: progetti sonori, performance, dispositivi d’ascolto che hanno trasformato lo spazio in rito collettivo. Un dialogo che non si è esaurito, ma che si rilancia oggi verso nuove alleanze, nuove possibilità di co-creazione.
E negli spazi dell’ex Ospedale Militare, luogo urbano in divenire, il collettivo ha continuato a intrecciare suono e presenza, memoria e desiderio, restituendo alla città uno sguardo altro, in movimento. In un mondo che tende all’isolamento, Soul Express risponde con la collettività.
In uno scenario che spesso privilegia l’estetica del consumo, risponde con l’etica del coinvolgimento. In un tempo che sembra accelerare verso il silenzio, Soul Express fa danzare le parole, le memorie, le urgentizza. E lo fa coralmente. Potentemente.