Pompei Sostenibile: imparare dal passato per coltivare il futuro
POMPEI. Ci sono mattini in cui il tempo smette di essere una linea e si fa cerchio, abbraccio. È successo il 22 maggio 2025, quando l’antica Pompei ha aperto le sue porte non solo ai visitatori, ma a una visione. L’Auditorium degli Scavi si è fatto luogo d’ascolto, luogo d’inizio. L’inizio di un cammino che intreccia storia e futuro, memoria e responsabilità. Si chiama Pompei Sostenibile, ed è molto più di un progetto: è un invito a guardare il mondo con occhi nuovi, anzi, antichi.
Frutto della collaborazione tra il Parco Archeologico di Pompei e la Fao – l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura – con il contributo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, l’iniziativa si articola in un itinerario educativo che attraversa quattordici luoghi simbolo della città antica.
Case, giardini, terme, edifici pubblici diventano tappe di un racconto che unisce archeologia e urgenza contemporanea: gestione delle risorse, biodiversità, resilienza climatica, sistemi alimentari, inclusione sociale, innovazione.
«Pompei ci parla – ha detto Gabriel Zuchtriegel, direttore generale del Parco – e ci dice che la sostenibilità non è un tecnicismo, ma una storia d’amore: tra l’uomo, la natura, il tempo». Con la lucidità dei poeti e la concretezza degli archeologi, ci ricorda che la sostenibilità non è solo tecnologia o strategia. È un atto di coscienza, un gesto culturale, una responsabilità affettiva verso chi verrà. È memoria che non si limita a conservare, ma che osa immaginare.
E allora Pompei, con la sua fragile eternità, ci mostra che la bellezza può educare. Che i muri antichi sanno parlare alle generazioni digitali, se qualcuno dà loro voce. Che la cultura non è un privilegio da custodire, ma un diritto da condividere.
Durante l’evento inaugurale, è stato letto un messaggio dal viceministro Edmondo Cirielli, e sono intervenuti i rappresentanti della Fao. Più che un atto ufficiale, è stato un momento di ascolto: si è parlato di fame, dignità, terra, comunità. Si è parlato di ciò che unisce. E a dimostrarlo c’erano loro: i ragazzi di Sogno di Volare, che hanno donato al Foro una struggente anteprima di “Lisistrata”. Le loro voci acerbe, i loro corpi in movimento, hanno ridato anima alle pietre e radici al cielo.
Il percorso è accompagnato da una web app interattiva che, attraverso QR code disseminati nei luoghi, consente di accedere a contenuti multimediali in più lingue: video, audioguide, approfondimenti storici e didattici collegati agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030.
Alla Casa di Pansa, intanto, prende forma concreta il dialogo tra passato e presente: l’Ati Feudi di San Gregorio / Basilisco e la fattoria sociale “Il Tulipano” raccontano con i gesti del fare come l’agricoltura possa essere ancora oggi un atto di cura e rigenerazione.
Tra un affresco e una fontana, tra un frutteto dipinto e una soglia spezzata, risuona la domanda che ci riguarda tutti: come vogliamo abitare questo mondo? E nel silenzio sacro di Pompei, forse, troviamo la risposta. Non servono grandi proclami. Bastano gesti semplici: includere chi è ai margini, custodire ciò che è fragile, imparare dai luoghi che ci hanno preceduti. È così che la sostenibilità smette di essere un concetto e diventa respiro. E Pompei, oggi, respira con noi.