A Pompei la lezione civile di don Luigi Merola: presentato il libro “Oltre la devianza”
POMPEI. Questa mattina l’aula consiliare del Comune di Pompei ha ospitato un incontro dal forte valore umano, educativo e civile con la presentazione del libro “Oltre la devianza: percorsi di rinascita”, scritto da don Luigi Merola insieme a Francesca Russo. L’evento, promosso in collaborazione con il liceo “Pascal” di Pompei, ha visto una folta partecipazione di studenti, docenti, rappresentanti delle istituzioni e cittadini, tutti profondamente coinvolti dalla testimonianza diretta di don Merola e dall’analisi del fenomeno della devianza minorile.
Il volume, che assume una valenza anche tecnico-scientifica, come sottolineato dalla dirigente scolastica del Pascal, Filomena Zamboli, raccoglie le esperienze della fondazione “A Voce d’e Creature”, fondata quasi vent’anni fa da don Merola, e che a Pompei ha una delle sue sedi operative.
Attraverso il racconto di storie vere, il testo illustra percorsi di recupero, reinserimento e rinascita di minori provenienti da contesti difficili, in molti casi segnati dal degrado sociale e familiare. Su oltre 1.300 ragazzi coinvolti, ben 1.216 hanno intrapreso con successo un cammino di cambiamento.
Il Prefetto di Napoli, Michele di Bari, intervenuto nel corso della mattinata, ha messo in evidenza come il lavoro della fondazione rappresenti una risposta concreta a un disagio crescente. Ha parlato di devianza come «un vulnus nella collettività» e ha denunciato il progressivo abbassamento dell’età dei ragazzi coinvolti in episodi di violenza o reati.
La perdita di senso della comunità, la crisi dei valori fondamentali come il rispetto, la vita, l’amicizia, e l’individualismo crescente sono, secondo il Prefetto, fattori determinanti. Per questo, ha affermato, iniziative come quella di don Merola hanno valore pedagogico e possono costituire strumenti di risalita sociale e personale.
Il sindaco di Pompei, Carmine Lo Sapio, ha ringraziato il Prefetto per la vicinanza al territorio e ha sottolineato l’impatto del lavoro delle Forze dell’Ordine nel contrasto alla criminalità. Ha poi espresso riconoscenza per l’opera di don Luigi, definendolo «un esempio nazionale» per l’uso sociale dei beni confiscati alla camorra e per il sostegno concreto offerto alle famiglie in difficoltà.
Gli studenti del liceo “Pascal”, protagonisti dell’incontro, hanno dialogato con don Merola, ponendo domande su temi centrali del libro. Il rappresentante d’istituto Emanuele Longobardi ha offerto una riflessione profonda: dietro la devianza non ci sono solo regole infrante, ma storie personali, contesti familiari fragili, percorsi di vita segnati. Ha auspicato che le istituzioni investano in progetti capaci di trasformare il contrasto alla devianza in cultura.
Don Luigi, nel rispondere ai ragazzi, ha ribadito che «nessun bambino nasce delinquente» e ha criticato duramente la rappresentazione mediatica della criminalità, che in alcune serie televisive viene banalizzata o persino romanzata. «Il carcere non è un’agenzia matrimoniale», ha detto, riferendosi a Mare Fuori, «e in Gomorra si vedono solo criminali contare soldi, mai chi ogni giorno combatte l’illegalità con la cultura e la testimonianza civile».
Ha citato don Peppe Diana ricordando che «non bisogna morire per cambiare, ma cambiare per non morire» e ha concluso affermando che il suo libro nasce per dimostrare che la rinascita è possibile e che la cultura è il primo antidoto all’ignoranza.
L’incontro si è rivelato una vera e propria lezione di cittadinanza attiva, che ha lasciato un segno profondo nei presenti, in particolare nei giovani, chiamati a farsi portatori di un cambiamento che passa dall’educazione, dalla bellezza e dal rispetto della legalità.