Tassa di soggiorno a Pompei: le critiche di Caccuri (Italia Viva)

POMPEI. Salvatore Caccuri, il capogruppo di Italia Viva nel consiglio comunale di Pompei, che dopo aver recentemente sperimentato con esiti negativi la partecipazione in maggioranza è ritornato all’opposizione dov’era stato eletto, ha spiegato con un post su Facebook che i soldi incassati dal Comune di Pompei per la tassa di soggiorno vengono spesi tutti per gli eventi in piazza, senza provvedere ad un decoro adeguato della città e al miglioramento dei servizi.

Il giovane consigliere ha aggiunto che altre risorse vengono prese dal bilancio comunale mentre (secondo il suo parere) Pompei avrebbe urgente bisogno di opere pubbliche radicali, in primis per le esigenze sacrosante dei residenti, ma anche per una migliore e più ordinata accoglienza dei flussi turistici.

La politica nel corso della Terza Repubblica ha abbandonato gli ideologismi e ragiona sempre di più sulla natura della gestione dei beni comuni, che in alcuni casi sono diventati preda di ristrette minoranze imprenditoriali che li utilizzano come capitali propri, materiali e/o immateriali, allo scopo di trarne profitto.

Si può portare a riguardo l’esempio dell’acqua potabile, che in Italia, dopo una grande mobilitazione ed un referendum popolare, che sancì l’esclusione di interessi privati dalla sua gestione, è tornata sotto la logica del profitto privato, che la sta trasformando in un bene prezioso, col risultato che in futuro potrà essere negata ai meno abbienti nonostante si tratti di un bene naturale, come l’aria che si respira e la luce, indispensabile alla vita umana.

Allo stesso modo sono beni indisponibili ad ogni comunità civile gli spazi urbani, i parcheggi, le spiagge, il verde pubblico, i parchi, ecc. Anche il “tesoretto” formato dalle risorse finanziarie raccolte annualmente dall’Ente locale, a seguito di erogazioni da Unione Europea, Stato, Regione e con la fiscalità diretta.

Parliamo di soldi che sono di tutti e per questo motivo sono state stabilite delle regole precise per la loro gestione (come i bilanci preventivi, consuntivi e le cosiddette manovre di bilancio). Scansare con furbizia queste regole, equivale ad un mancato rispetto della democrazia alla base del governo di una comunità civile.

Succede anche che nella ripartizione di queste risorse non si rispettano esigenze fondamentali come la sicurezza, l’educazione scolastica, l’igiene urbana, la cura dell’urbanistica e dell’ambiente su tutto il territorio, i servizi sociali a favore di giovani, anziani e diversamente abili ecc.

Capita troppo frequentemente che la politica, approfittando che il “popolo bue” non si rende conto di come viene trattato, riserva i benefici economici delle risorse comuni esclusivamente ad una ristretta cerchia privilegiata, mentre vengono tralasciati settori fondamentali dell’amministrazione pubblica (sicurezza, manutenzione stradale, scuole, periferie, attività sportiva per i giovani e socializzazione per gli anziani, oltre alla tutela della popolazione svantaggiata, ecc.).

Mario Cardone

Mario Cardone

Ex socialista, ex bancario, ex sindacalista. Giornalista e blogger, ha una moglie, una figlia filosofa e 5 gatti. Su Facebook cura il blog "Food & Territorio di Mario Cardone".

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