Le ultime scoperte archeologiche che riscrivono la storia dell’agro-nocerino
SALERNO. Nel mese di novembre 2024 si sono conclusi i lavori di potenziamento del metanodotto Snam “Diramazione Nocera-Cava dei Tirreni”, che hanno coinvolto i Comuni di Nocera Superiore, Nocera Inferiore, Roccapiemonte e Castel San Giorgio. Oltre all’importante intervento infrastrutturale, il progetto ha portato alla luce un eccezionale patrimonio archeologico, con reperti che coprono un arco temporale dall’età del Bronzo fino alla tarda antichità.
Le indagini archeologiche, durate circa due anni, sono state condotte dalla società Sogearch Srls sotto la direzione scientifica della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Salerno e Avellino. Il lavoro, frutto di una sinergia tra Snam, Soprintendenza, Comis Srl e Cem Srl, dimostra come sia possibile coniugare lo sviluppo infrastrutturale con la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico.
Uno dei ritrovamenti più suggestivi è stato effettuato nei pressi del torrente Casarzano, dove sono emerse impronte antropiche e faunistiche impresse nei depositi piroclastici delle eruzioni del Somma-Vesuvio. Queste tracce, risalenti all’età del Bronzo, raccontano la drammatica fuga degli abitanti della zona davanti alla furia del vulcano. Uomini, donne e bambini hanno lasciato per sempre la loro impronta nel terreno, offrendo una testimonianza straordinaria di un evento tragico.
L’area ha continuato ad essere abitata nei secoli successivi. Tra la fine dell’età del Bronzo e l’inizio dell’età del Ferro (1200/1150-900 a.C.), un villaggio con capanne absidate si sviluppava su questo territorio. I resti delle fondazioni in terra cruda e numerosi frammenti ceramici attestano l’esistenza di una comunità organizzata.
Un altro ritrovamento di grande rilievo riguarda un santuario extraurbano risalente al III-II secolo a.C., localizzato nei pressi di Nuceria Alfaterna, lungo un’importante arteria viaria. L’area sacra, delimitata da un perimetro rettangolare con muri in opera a secco, ha restituito numerosi reperti, tra cui manufatti ceramici miniaturistici che potrebbero essere stati offerti come ex voto. Lo studio di questi oggetti potrà fornire preziose informazioni sulle pratiche religiose e sulle divinità venerate nell’antichità.
Le ricerche hanno inoltre permesso di ricostruire la rete viaria che collegava Nuceria al territorio circostante. Sono state individuate oltre 40 strade, alcune semplici piste in terra battuta, altre più strutturate e segnate dai solchi dei carri, testimoniando la vitalità e le connessioni commerciali dell’epoca.
Il periodo romano ha lasciato numerose tracce nella zona, in particolare due complessi monumentali, verosimilmente ville rustiche, legate alla produzione agricola. La presenza di solchi di aratro evidenzia la coltivazione intensiva dei campi, confermando il ruolo strategico dell’area nell’economia agricola dell’antica Nuceria.
Un gruppo di sepolture, databili tra la fine dell’età romana e la tarda antichità, è stato rinvenuto in fosse rivestite e coperte con lastroni di tufo, alcuni dei quali decorati con incisioni. Molte tombe appartenevano a bambini ed erano accompagnate da corredi essenziali. Un’altra necropoli si sovrappone ai resti di una delle ville rustiche, dimostrando come gli edifici antichi venissero riutilizzati nel tempo con nuove funzioni.
Particolarmente significativo è un monumentale sepolcro con sarcofago, probabilmente appartenuto a un personaggio di alto rango. Ai suoi piedi, una piccola struttura interrata potrebbe essere un Martyrium, luogo di culto dedicato ai martiri, a testimonianza della coesistenza di riti cristiani e pagani nell’epoca di transizione.
Nella tarda antichità, il territorio di Nocera continuò ad essere frequentato, come dimostrano le “longhouse“, grandi capanne che per forma e tecnica costruttiva richiamano le abitazioni protostoriche. Questo ritorno a modelli abitativi del passato potrebbe essere dovuto a cambiamenti socio-economici, rivelando l’adattabilità delle comunità di fronte alle trasformazioni storiche.
Le scoperte archeologiche effettuate durante i lavori del metanodotto Snam hanno restituito un quadro ricco e complesso della storia del territorio nocerino. Dai villaggi dell’età del Bronzo alle necropoli tardoantiche, ogni ritrovamento contribuisce a ricostruire la vita delle popolazioni che hanno abitato queste terre nel corso dei millenni. I risultati di queste straordinarie ricerche saranno presto presentati al pubblico attraverso una mostra e una pubblicazione scientifica, affinché questo patrimonio possa essere conosciuto e valorizzato nella sua interezza.