Nella Giornata della Memoria Pompei ricorda i concittadini deportati
POMPEI. Nella Giornata della Memoria 2025, la città di Pompei ha reso omaggio ai suoi concittadini deportati nei campi di concentramento, rinnovando l’impegno a mantenere viva la memoria di una delle pagine più drammatiche della storia umana.
Il 27 gennaio, data simbolica scelta dalle Nazioni Unite nel 2005 per ricordare le vittime dell’Olocausto, coincide con l’anniversario dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz nel 1945. In occasione di questa ricorrenza, il sindaco Carmine Lo Sapio ha voluto sottolineare l’importanza di tramandare il ricordo di quei tragici eventi, definendolo «la spina dorsale delle nostre democrazie e il principale antidoto contro ogni forma di discriminazione».
Tra i cittadini pompeiani che hanno vissuto l’orrore dei campi di concentramento, quattro nomi emergono con forza: Domenico Paduano, scultore di grande talento; Aniello Cicalese, capo stazione e archivista del Santuario Pontificio; Giovanni Arpaia, valoroso soldato insignito di tre Croci di guerra; e Rodolfo Severino, prigioniero dei tedeschi per quasi due anni, dall’8 settembre 1943 all’8 maggio 1945. A ciascuno di loro il Capo dello Stato ha conferito la medaglia d’onore, un riconoscimento al coraggio e al sacrificio.
Questa mattina, alle ore 10.00, una breve ma toccante cerimonia ha visto la deposizione di quattro corone commemorative davanti ai monumenti di via Plinio, in presenza del sindaco, del vicesindaco dei ragazzi e di numerosi studenti delle scuole cittadine. I giovani, protagonisti di questo momento di riflessione, hanno avuto la possibilità di ascoltare testimonianze e confrontarsi con il significato profondo del ricordo.
«Quando si parla dell’orrore dei campi di concentramento lo si fa come se fosse un fatto remoto, lontano nel tempo, ma in realtà è una ferita aperta che brucia ancora», ha ribadito il primo cittadino, invitando tutti a preservare e trasmettere la memoria come monito per il futuro.
Pompei, attraverso il ricordo dei suoi cittadini, rinnova così il suo impegno a non dimenticare, dimostrando che la memoria è un ponte tra le generazioni, capace di trasformare il dolore in consapevolezza e responsabilità.