Moda e inclusione a Pompei: in “passerella” gli abiti realizzati da donne detenute
POMPEI. Pompei ha aperto le braccia alla moda sostenibile, sociale e “inclusiva”, accogliendo una sfilata unica, carica di significato e speranza. Nella sala Marianna De Fusco di Palazzo De Fusco, sede del municipio, il 3 dicembre 2024 è andata in scena un’iniziativa straordinaria: una sfilata di abiti disegnati e cuciti da dieci donne detenute dell’istituto penitenziario di Secondigliano.
L’evento, parte del progetto “Dall’Io al Noi”, è stato promosso dal Comune di Pompei in collaborazione con il Club Rotary Pompei e il contributo del Club Rotary Terraglio di Treviso, con il sostegno del Garante dei diritti delle persone detenute della Regione Campania, Samuele Ciambriello.
La sfilata è stata molto più di una semplice passerella. La serata, introdotta dalla sociologa Anna Malinconico dell’Osservatorio regionale sulle persone in carcere, è stata un’occasione per celebrare il potere trasformativo dell’inclusione e della creatività, dimostrando come il carcere possa diventare un luogo di riscatto e di opportunità concrete. Le detenute, alcune provenienti dal carcere di Pozzuoli e attualmente ospitate a Secondigliano (a causa del fenomeno del bradisismo che da mesi sta interessando i Campi Flegrei), hanno avuto la possibilità di vivere una giornata indimenticabile.
Accolte dal sindaco di Pompei, Carmine Lo Sapio, e dal Garante Samuele Ciambriello, le protagoniste hanno partecipato a un intenso itinerario tra fede e cultura, visitando il Santuario e il Parco Archeologico di Pompei. Nel pomeriggio, la storica sala della contessa De Fusco, già paladina delle donne carcerate, si è trasformata in una passerella per gli abiti da loro creati. Modelli unici e ricchi di stile sono stati indossati da ragazze comuni (non modelle professioniste), per sottolineare il carattere inclusivo e autentico dell’evento.
Il laboratorio di sartoria dell’istituto di Secondigliano, gestito dalla Palingen sotto la guida di Paola Telese, rappresenta un’eccellenza nel campo della formazione e del reinserimento lavorativo. Già in passato ha offerto opportunità concrete a ex detenute e a donne agli arresti domiciliari, dimostrando che un futuro diverso è possibile.
«Chi sbaglia deve cambiare» ha affermato Ciambriello, innovando così il vecchio paradigma sociale secondo cui chi sbaglia deve solo “pagare”. Inoltre ha sottolineato l’importanza di abbattere i muri dell’indifferenza attraverso la collaborazione tra istituzioni. Tra i presenti, il vicequestore Alfredo Petriccione, in rappresentanza del Questore di Napoli, e lo stilista di alta moda Nino Lettieri, che ha apprezzato il talento e la dedizione delle sarte detenute.
Il progetto “Dall’Io al Noi” dimostra che il carcere, con il giusto supporto, può essere un luogo di riscatto. Per dieci donne, quella del 3 dicembre non è stata solo una sfilata, ma un passo verso una nuova vita. E Pompei, con il suo abbraccio, ha dimostrato ancora una volta che il cambiamento è possibile quando si lavora insieme.