Torre Annunziata, scoperti scavi clandestini nella villa di Poppea: un denunciato
TORRE ANNUNZIATA. Tre tunnel clandestini, scavati per rubare reperti archeologici nella Villa di Poppea, ad Oplontis, sono stati scoperti dai Carabinieri di Torre Annunziata che li hanno sequestrati, denunciando per opere illecite un falegname di 53 anni, incensurato.
L’operazione di salvataggio a tutela della famosa villa antica non è il primo della serie operata dal Tribunale di Torre Annunziata, dal momento che un’operazione similare a Civita Giuliana (Pompei) ha portato successivamente alla stipula di una convenzione di collaborazione (la prima del genere) tra il Parco Archeologico di Pompei e la Procura della Repubblica oplontina.
Di fatto anche in quest’ultimo caso gli scavi clandestini sono stati scoperti e sequestrati con buona tempestività dai Carabinieri a Torre Annunziata insieme agli agenti di polizia giudiziaria, dislocata presso la Procura oplontina, considerato che i tunnel clandestini sono arrivati fino a 50 metri dalla villa attribuita a Poppea Sabina (seconda moglie dell’imperatore Nerone).
Il blitz dei militari di Torre Annunziata è intervenuto al civico 106 (una cantina) di Corso Garibaldi a Torre Annunziata. L’intervento è risultato utile e tempestivo alla tutela del Parco, perché sarebbe stato salvato da un probabile furto un reperto ritenuto estremamente prezioso.
Saranno, però, necessarie ulteriori indagini (delle forze dell’ordine coordinate dalla Magistratura e dei funzionari del Parco) per chiarire se l’area scavata complessivamente, coi tre tunnel, conteneva ambienti ancora da scavare e pertanto contenenti reperti archeologici sconosciuti e rubati prima del fermo di polizia.
Competerà principalmente agli archeologi del Parco esplorare l’area dei tunnel sotterranei per stabilirne in primis la datazione originaria e l’eventuale tempistica di eventuali interruzioni dello scavo clandestino nel corso degli anni. Tutto questo per cercare di ipotizzare il danno concreto cagionato al patrimonio archeologico vesuviano.
L’area e tutti i materiali e gli attrezzi di lavoro per gli scavi clandestini, oltre ai recipienti contenenti lapilli, estratti durante gli scavi clandestini, sono stati sequestrati. È stato inoltre denunciato per il reato di opere illecite (articolo 169 codice dei beni culturali) il proprietario del locale, un 53enne falegname incensurato del posto.