Giancarlo Siani. A distanza di un cazzotto e di una carezza

SAN GIORGIO A CREMANO. Giancarlo Siani. Ventisei anni, eppure… Immagino i pensieri nella sua Citroen Méhari da Fortapàsc al Vomero, quell’utilitaria verde targata NA K14314 su cui si spostava e che ancora gira, simbolo della lotta contro le mafie e della sua continua ricerca della verità che, dal Pan di Napoli, oggi arriva a Villa Bruno di San Giorgio a Cremano, per prendere posto nella Sala della memoria, ma soprattutto per poterlo ricordare.

Dal latino recŏrdari, richiamare nel cuore, perché il cuore è ritenuto la sede della memoria, ed è proprio da lì che il pensiero di Giancarlo arriva tagliente. Insieme al suo ricordo, a distanza di un cazzotto e di una carezza, “ogni volta”, come la canzone di Vasco Rossi che lo ha accompagnato nel suo ultimo viaggio la sera del 23 settembre del 1985.

Noi continuiamo a ricordare e lui continua a parlare. Non sono bastati 10 colpi di Beretta per metterlo a tacere, hanno provato a portarcelo via eppure è ancora qui, attraverso i suoi scritti e la memoria instancabile del suo coraggio e del suo lavoro.

Lui, corrispondente a Torre Annunziata per la redazione di Castellammare di Stabia del Mattino, ventiseienne a lungo precario che, per raccontare la camorra, si è messo a studiarla. Informare come impegno imprescindibile. Un “Giornalista giornalista” per citare il titolo di un libro a lui dedicato.

Un cronista che, tra il 1979 e il 1985, pubblica 651 articoli, molti dei quali relativi a fatti di camorra. Soltanto nel 2020, per riconoscimento alla memoria deciso dall’Ordine Nazionale dei giornalisti e dall’Ordine della Campania, è stato consegnato alla famiglia il tesserino da giornalista professionista.

Scelta simbolica, in quanto l’Ordine decise da che parte stare, anche perché allora, nel 1985, della sua uccisione Il Mattino il giorno seguente non ne parlò con una prima pagina, ma con tre colonnine di spalla, giacché la paura impedì ai suoi colleghi di onorarlo nel giusto modo e con le giuste parole.

Ma anche e soprattutto perché Giancarlo quel passaggio dal verde al bordeaux lo desiderava e lo meritava, davvero. A distanza di quasi quarant’anni dalla sua scomparsa nelle emeroteche troviamo la sua firma sotto pezzi che conservano un’attualità disarmante nei loro contenuti.

Basta sostituire nomi e circostanze, ma il sistema non è cambiato, si è soltanto evoluto, modernizzato. Ricordarlo è un dovere. Non come martire e nemmeno come eroe, ma come chi ha davvero creduto in ciò che faceva, ha amato il suo lavoro, la sua terra, la verità. Fino all’ultimo giorno della sua ultima estate.

Ed è questo il vero messaggio che dobbiamo offrire alle nuove generazioni: amare e credere, studiare ed essere liberi, perché proprio come lui ci ha insegnato “Puoi cadere migliaia di volte nella vita ma, se sei realmente libero nei pensieri, nel cuore, e se possiedi l’animo del saggio, potrai cadere anche infinite volte nel percorso della tua vita, ma non lo farai mai in ginocchio, sempre in piedi”. E lui, Giancarlo Siani, è ancora in piedi, per tutti noi. Ciao Gianca’.

Noemi Perlingieri

Noemi Perlingieri

Cresciuta a Trevico, il tetto della Campania e paese natio del regista Ettore Scola, si laurea alla facoltà di Archeologia e Storia dell’arte della “Federico II” con una tesi triennale sul Museo Hermann Nitsch di Napoli e una tesi magistrale sul Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale. Il mondo della fotografia la affascina da sempre e fin da giovanissima partecipa attivamente alle iniziative culturali dell’associazione Irpinia Mia. Dal 2014 è in forza presso il Parco Archeologico di Pompei a supporto dell’Area tecnico specialistica - settore valorizzazione del Grande Progetto Pompei. Dal 2023 è Consigliere regionale Icom Campania.

Un pensiero riguardo “Giancarlo Siani. A distanza di un cazzotto e di una carezza

  • 23 Settembre 2024 in 21:14
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    Un articolo bellissimo ed appassionato che ci riporta a rivivere una vicenda mai dimenticata e sempre attuale.
    Il tono è quasi da settima arte che rievoca attimi anche inediti l, rimarcando l’aspetto valoriale di Siani che ha fatto della sua vita un esempio.
    Un messaggio, se vogliamo di speranza, per ogni generazione, affinché nessun sacrificio possa mai ritenersi vano.
    Complimenti all’autrice

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