Overtourism: un rischio concreto per Pompei

POMPEI. Domenica 7 luglio 2024 sono stati 18.409 i visitatori dell’area archeologica di Pompei, che ne hanno fatto la seconda meta culturale più visitata in Italia della “Domenica al Museo”. Meglio ha fatto solo il Colosseo con 20.986 ingressi. I numeri dell’ultima Domenica al Museo e di quelle precedenti non fanno altro che confermare il trend in continua crescita per Pompei negli ultimi 5 anni, che si è interrotto solo per la pandemia (nel 2020 e nel 2021).

Dal 2022 è invece ripresa quella che sembra una corsa inarrestabile di Pompei verso numeri di visitatori sempre più alti. Un dato sicuramente apprezzabile, che testimonia l’efficacia del lavoro fatto a Pompei (tra restauri, scavi e valorizzazione) negli ultimi 10 anni.

Ma è anche un dato che non è esente da problematiche. Tanto che per la prima volta, anche tra gli addetti ai lavori (non solo tra i fautori delle teorie del “turismo sotenibile”), si è cominciato a parlare di “overtourism” con riferimento a Pompei. E se il primo a parlarne apertamente (e ufficialmente) è il direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, vuol dire che qualche riflessione bisogna pur farla.

«Abbiamo messo in campo una serie di iniziative per scongiurare il rischio overturism, perché Pompei deve continuare a offrire un’esperienza unica e magica, di qualità, mai di massa» ha detto il direttore prima di commentare i numeri da cui è scaturita la sua preoccupazione.

I numeri diffusi dal Ministero della Cultura confermano che il 2023 è stato un anno record per Pompei: «Abbiamo registrato il più alto numero di visitatori nella storia degli scavi: 4 milioni, più 33,6% rispetto al 2022. Nel 2024 abbiamo visto numeri ancora più alti, con molte giornate che hanno registrato tra i 15 e i 20mila ingressi» ha detto Zuchtriegel.

Il direttore punta a decongestionare l’area archeologica di Pompei puntando sulla “Grande Pompei”, quella rete diffusa di luoghi della cultura intorno alla città antica, come Boscoreale, Torre Annunziata, Castellammare di Stabia, «che – ricorda – sono eccezionali e meritano di essere più conosciuti e frequentati».

Tra le iniziative per scongiurare l’overtourism, Zuchtriegel cita la navetta gratuita che collega i visitatori di Pompei con gli altri siti archeologici del Parco e il lancio del Children Museum, con uno spazio dedicato in prossimità dell’Anfiteatro che «va nella direzione di un’offerta più ampia e differenziata, in questo caso per famiglie e bambini da tutto il mondo o dallo stesso territorio vesuviano».

Infine il direttore annuncia nuove iniziative che vanno nella direzione di evitare un overtourism a Pompei: «Grazie a progetti ministeriali e Pnrr amplieremo anche i percorsi dentro la città antica di Pompei, tra l’anello verde fuori le mura e domus che andremo a restaurare e rendere accessibili, come quella di Giulio Polibio e del Centenario».

Marco Pirollo

Marco Pirollo

Giornalista, nel 2010 fonda e tuttora dirige Made in Pompei, rivista di cronaca locale e promozione territoriale.

Un pensiero riguardo “Overtourism: un rischio concreto per Pompei

  • 26 Agosto 2024 in 15:47
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    Si contesta l’overtourism ma con confusione. A Barcellona bloccano i b&b ma poi continuano ad arrivare navi da crociera. Chi viene in nave non mangia e non dorme. Massimo beve una bottiglietta di acqua e compra una calamita. Ed è accompagnato da guide maleducate che creano disordine. Ho la sensazione che l’overtourism sia contestato dai poteri forti per monopolizzare l’ambiente.

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