Le infezioni ospedaliere in Italia: 7.000 vittime ogni anno
In Italia, ogni anno, circa 7.000 pazienti muoiono a causa di infezioni ospedaliere. Sebbene non tutte siano prevenibili, il Ministero della Salute stima che oltre il 50% potrebbe esserlo.
Le infezioni ospedaliere, conosciute anche come infezioni nosocomiali, rappresentano una delle sfide più rilevanti nel campo dell’assistenza sanitaria in Italia. Esse possono insorgere sia durante il ricovero in strutture ospedaliere che subito dopo il rilascio del paziente, coinvolgendo contesti clinici e domestici.
Uno studio nazionale ha rivelato che, utilizzando il rigido protocollo dell’ECDC (European Centre for DiseasePrevention and Control), circa il 6,3% dei pazienti ospedalieri sviluppa un’infezione durante la degenza, mentre nel contesto dell’assistenza domiciliare il tasso è dell’1% per ogni 100 pazienti.
Le infezioni ospedaliere possono essere suddivise in due categorie principali: quelle trasmesse esternamente e quelle causate da microrganismi già presenti nel corpo del paziente. Tra le più comuni troviamo infezioni da ferita chirurgica (33.7%), da catetere (1%), polmoniti (31.6%), coliti (15.4%) e setticemie (18.9%). Le cause più frequenti di infezioni ospedaliere includono l’adozione di nuove tecnologie mediche, procedure chirurgiche complesse e il decadimento del sistema immunitario.
Come affrontare oggi questo problema? Una risposta efficace è sicuramente l’approccio multidisciplinare e l’implementazione di strategie di prevenzione mirate, al fine di garantire la sicurezza e il benessere dei pazienti all’interno delle strutture sanitarie italiane. È importante che le presunte vittime di un’infezione nosocomiale si affidino ad esperti del settore per tutelare i propri diritti e richiedere un risarcimento.
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