Gli universi coreografici di Lucinda Childs e Michele Pogliani al Teatro Vascello di Roma
ROMA. È andata in scena in esclusiva italiana, dal 4 al 7 aprile 2024 al teatro Vascello di Roma, la presentazione dei lavori dei coreografi Lucinda Childs e Michele Pogliani. Per chi ha dimestichezza con la danza, Lucinda Childs non ha di certo bisogno di presentazioni: coreografa statunitense tra le più apprezzate della scena contemporanea, ha coreografato per le più rinomate compagnie internazionali e ricevuto molti premi alla carriera, tra cui il Leone d’Oro della Biennale di Venezia nel 2017.
Il lavoro presentato in esclusiva al Teatro Vascello porta il titolo di Description (of a description) e nasce da un testo di Susan Sontag, sul quale la Childs ha lavorato con l’ausilio di Hans Peter Kuhn che ha curato musica, scene e luci. In scena la Childs ridescrive una descrizione – quella del testo di Sontag, appunto – che racconta di un evento del tutto imprevedibile: uno sconosciuto, alle undici del mattino, le crolla dinanzi su un marciapiede. Cosa succede di fronte a quest’evento?
L’analisi di tale avvenimento si svolge in uno spazio neutro, in cui tutto è bianco e nero. L’apertura di scena ha un sapore fortemente cinematografico, con la presenza carismatica della Childs vestita di nero che recita e domina prepotentemente la scena anche stando ferma, con movimenti minimi che bastano a catturare l’attenzione dello spettatore.
Poi la scena, perfettamente costruita, cambia, e lei diviene sospesa, in equilibrio precario, in quello spazio sempre più indefinito e senza contorni, come la situazione di cui si narra, come qualcosa di inatteso e drammatico, che scuote e lascia sgomenti, nell’indefinito, nell’incertezza aprendo a numerose riflessioni. Il magnetismo dell’artista è indiscusso ed è un privilegio goderne dal vivo.
La seconda parte dello spettacolo è invece affidata ad una pièce di Michele Pogliani – danzatore per molti anni della Childs – e la MP3 Dance Project dal titolo: Schrödingerhad a catnamed Milton, ispirata al paradosso del gatto di Schödinger. In scena lo stesso Pogliani con i danzatori Agnese Trippa, Nicolò Troiano, Mattia Romano e la partecipazione straordinaria di Lucinda Childs.
Il disegno luci a cura di Stefano Pirandello e i costumi e la scenografia a cura di Tiziana Barbaranelli. Il lavoro intende portare in scena una sorta di esperienza multidisciplinare servendosi anche di proiezioni che sono parte essenziale di esso e non un semplice contorno, e che sono state curate da Michele Innocente.
Quello che viene proposto allo spettatore è un universo quantico nel quale i personaggi interagiscono tra loro, quasi un tentativo di trasporre la teoria quantistica agli universi macroscopici. E infatti in scena si aprono portali che sono accessi a dimensioni altre, oltre quella in cui vivono i protagonisti.
Anche la realtà in cui si trovano è uno spazio astratto, privo di riferimenti, in cui le cose possono accadere o non accadere, in cui i protagonisti possono interagire o non agire per nulla, incontrarsi, addirittura fondersi con ammirevole maestria. Una serata ben costruita, che lancia allo spettatore molti punti di riflessione e che riesce a costruire realtà, come sempre il teatro dovrebbe fare.