Il sindacato Cobas in stato di agitazione per i precari nel Parco archeologico di Pompei

POMPEI. La rappresentanza sindacale aziendale e il sindacato Cobas lavoro privato proclamano lo stato di agitazione per le motivazioni collegate ad esplicite rivendicazioni insorte con la riforma del sistema museale. L’organizzazione dei lavoratori si proclama tra le sigle sindacali più rappresentative tra i lavoratori in appalto storici di Opera Laboratori Fiorentini s.p.a. presso il Parco archeologico di Pompei e la Reggia di Caserta e tra i lavoratori della società Coop Culture presso il Parco archeologico del Colosseo.

Tutti i siti campani con concessione scaduta a Coop Culture e non riassegnata dovrebbero passare sotto la gestione di Ales per i servizi, tranne che il Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Il summenzionato sindacato, prima di attivare la procedura di raffreddamento per eventuali manifestazioni di protesta, chiede l’urgente apertura di un tavolo allo scopo di scongiurare discriminazioni e disparità di trattamento economico e normativo tra lavoratori che hanno lavorato con le stesse cooperative e aziende per più di venti anni, alternando la loro attività tra i siti “minori” e i siti “maggiori” .

L’ingiustizia, per coloro che hanno lavorato prevalentemente presso i siti di maggiore affluenza, come gli Scavi di Pompei, il Colosseo ed il Mann, sarebbe doppia, perché nonostante la mole di lavoro svolto si sia decuplicata, si troverebbero ad essere sottoposti, dopo più di vent’anni, a nuove gare d’appalto al ribasso, con la conseguenza di peggiorare le condizioni contrattuali, come già avvenuto presso il Parco Archeologico di Ercolano.

A tal proposito, il sindacato rammenta che durante l’ultimo incontro tenutosi presso il Ministero della Cultura sarebbe stato convenuto che il contratto nazionale (Ccnl) Federculture sarebbe il più attinente alle mansioni dei dipendenti in appalto nei luoghi della cultura. Ne consegue la prospettiva favorevole alla loro internalizzazione.

La giurisprudenza prevede la corresponsabilità della committenza pubblica, sia per la mancata corresponsione dell’indennità di appalto che per l’utilizzazione di personale in appalto in violazione del divieto di interposizione di mano d’opera. I dirigenti pubblici responsabili di abusi dovranno rispondere per il danno erariale.

Quando una “stazione appaltante” emette un bando per un servizio, articola il capitolato. La legge stabilisce che, ai lavoratori inquadrati con un contratto meno ricco di quello di riferimento, debba essere corrisposta la differenza di retribuzione e la stazione appaltante deve verificare la corretta applicazione dei contratti.

I fatti stanno dimostrando che, in ambito museale, è giusto applicare il contratto nazionale Federculture, sia rispetto alla declaratoria che alle mansioni svolte. Inoltre, è stato recentemente riconosciuto che è tempo di avviare un percorso per valutare la possibilità di re-internalizzazione del servizio in questione, come per esempio è stato fatto dal Comune di Firenze.

Mario Cardone

Mario Cardone

Ex socialista, ex bancario, ex sindacalista. Giornalista e blogger, ha una moglie, una figlia filosofa e 5 gatti. Su Facebook cura il blog "Food & Territorio di Mario Cardone".

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