Pompei, a via Masseria Curato una discarica a cielo aperto
POMPEI. Dalla Grande Bellezza alla “tanta munnezza” il percorso è breve. Basta lasciarsi alle spalle le meraviglie della Pompei antica e da via Plinio incamminarsi sul cavalcavia che porta oltre la ferrovia, dall’altro lato di via Masseria Curato.
Qui, in fondo al tratto cieco che costeggia la base del ponte, c’è una vera e propria discarica a cielo aperto, a pochi metri dalla linea ferroviaria e a ridosso di alcuni campi coltivati. Fare l’elenco dei rifiuti che vi si possono trovare sarebbe un esercizio lungo e deprimente, che resterebbe per forza di cose incompleto, perché c’è davvero di tutto e di più.
A cominciare dal pericolosissimo amianto, che in questo caso diventa ancora più pericoloso perché quasi a contatto con zone di coltivazione. Poi c’è soprattutto materiale di risulta di lavorazioni edilizie, tra cui scarti cementizi e servizi igienici come vasche, lavelli e wc.
Non manca la plastica, sotto forma di bottiglie, sedie, grossi barili, secchi di vernice o contenitori ortofrutticoli. Anche il settore elettrodomestici è ben rappresentato, con lavatrici e frigoriferi abbandonati alla rinfusa. Nel “reparto auto” si trovano invece pneumatici, sedili e perfino i resti di un mezzo cingolato.
C’è anche chi evidentemente trova romantico tutto questo, perché ci sono le inconfondibili tracce del passaggio di coppiette in cerca di intimità (o di “lucciole” con i rispettivi clienti). Un vero scempio ambientale perpetrato da autentici criminali ambientali e senza scrupoli.
La quantità di rifiuti che si nota in via Masseria Curato, infatti, non lascia spazio a dubbi. Non si tratta di sversamenti sporadici ma di un’azione sistematica di abbandono dei rifiuti sul posto. Un sistema di videosorveglianza potrebbe aiutare a tenere l’area sotto controllo.
Attualmente la parte iniziale del tratto cieco a ridosso del cavalcavia di via Masseria Curato è destinata di giorno alla sosta temporanea dei taxi e pullmini a servizio di turisti e attività commerciali. Ci sono anche terreni coltivati e qualche abitazione nei dintorni. Ma è di notte che evidentemente diventa terra di nessuno.