“Mala fede”: il libro di Giovanni Taranto che mischia crimine e satanismo a Pompei
POMPEI. Pompei e il suo tempio cristiano dedicato alla Madonna del Rosario sono al centro “Mala fede” (Avagliano Editore), il terzo romanzo noir firmato dallo scrittore e giornalista Giovanni Taranto. Ma non come ci si aspetterebbe.
La città mariana nel libro (pubblicato il 29 settembre e presentato domenica 12 novembre 2023 a “Gli incontri di Valore“) diventa infatti il teatro di una storia profonda, misteriosa e intrigante, che mischia crimine e satanismo. È davvero un’indagine complicata quella che stavolta attende il Capitano Mariani, il protagonista delle vicende narrate da Taranto nei suoi gialli.
Che ci fa il Capitano Mariani in piazza Bartolo Longo a Pompei?
«È quello che si è chiesto anche lui all’inizio della vicenda che è al centro di “Mala fede”. In realtà Mariani è al comando della Compagnia dei Carabinieri di San Gioacchino. Ma per problemi di avvicendamenti e posti scoperti, a un certo punto, gli viene affidata la reggenza anche sulla zona di Pompei. E così si ritrova nel bel mezzo di una vicenda da far accapponare la pelle».
Si parla di sette legate a culti satanici, un furto d’arte e del tentativo di oltraggiare un simbolo sacro all’intera cristianità e in particolare ai fedeli pompeiani. Facile pensare al Santuario…
«In effetti molto ruota intorno a quel tempio. E su quel tema il libro contiene sia approfondimenti storici che artistici. Certo, la trama principale è quella di un giallo. Ma ogni aspetto reale è stato trattato con grande attenzione».
Addirittura nel suo romanzo compare la figura del Beato Bartolo Longo: che cosa può avere a che fare con la trama di un giallo?
«Longo compare sullo sfondo della trama, anche se in modo molto corposo. Per motivi che non possiamo approfondire senza correre il rischio di svelare troppo, nel romanzo viene ricostruita tutta la storia della sua vita e della sua straordinaria conversione. Anzi, del suo stupefacente e luminoso ritorno alla fede. Vengono narrate la storia dell’edificazione del Santuario, quella della nascita della Supplica, e di come Longo sia stato un esempio forse ineguagliabile di devozione a Maria, forgiato da un percorso che ben pochi avrebbero saputo superare, e che lo ha portato vicinissimo a potenze oscure».
È stato difficile inserire in una trama di fantasia un personaggio storico di quella caratura?
«Impegnativo, sicuramente. E devo dire che ho voluto essere particolarmente attento a trattare quella figura con il massimo rispetto e la massima attenzione al dettaglio».
“Mala fede” è uscito il 29 settembre. Proprio nell’anno del giubileo longhiano e due giorni prima della Supplica del primo ottobre. È tutto un caso?
«Difficile da credere, ma sì: è stato un caso. Le date di uscita dei libri non vengono decise dall’autore, ma devono sottostare a rigidi calendari di distribuzione sui quali né chi scrive, né chi pubblica può avere influenza sufficiente a determinare un caso come quello verificatosi per questo terzo romanzo che vede per protagonista il Capitano Mariani. E, se è per questo, ci sarebbero tante altre coincidenze: ad esempio il 29 settembre era il giorno dedicato agli Arcangeli. Se leggerete il romanzo comprenderete perché parlo di casi davvero incredibili».