Antica arte tintoria e sostenibilità: gli affreschi di Pompei rivivono sui foulard
POMPEI. Decolla con un’originale iniziativa di valorizzazione della creatività italica abbinata agli antichi segreti artigianali dei tintori con la creazione di tessuti in filato d’ortica e colori naturali, estratti dalle antiche piante tintorie, le stesse che si riproducono ancora oggi nel vivaio del Parco Archeologico di Pompei.
Gli splendidi affreschi della Casa dei Vettii saranno riprodotti su tessuti ecologici in filato d’ortica. Con quei tessuti verranno realizzati foulard in tre disegni diversi dal maestro tintore Claudio Cutuli dell’associazione Intrecci Creativi, artigiani tintori e tessitori da generazioni.
La collaborazione tra l’ente pompeiano del Ministero della Cultura e l’associazione di mastri tintori e tessitori punta alla valorizzazione di un patrimonio antico attraverso una lavorazione tradizionale ed ecosostenibile di recupero dei materiali.
I foulard lavorati interamente a mano su antichi telai e tinti con selezionate e ricercate materie prime del mondo vegetale, saranno in vendita in tutto il mondo e il 50% del ricavato sarà destinato al restauro di testimonianze archeologiche vesuviane.
«L’arte tintorea rappresenta un’eccellenza della tradizione artigiana del nostro Paese e ha radici nell’antica Pompei con le sue fulloniche (le antiche lavanderie). L’archeologia del XXI secolo è anche una ricerca sulla sostenibilità: ambientale, sociale e gestionale» ha commentato il direttore del Parco Archeologico, Gabriel Zuchtriegel.
Il direttore ha dichiarato anche che una partnership tra pubblico e privato ha lo scopo di valorizzare il verde a Pompei nell’ambito della fruizione del patrimonio culturale, anticipando che oltre alle piante tintorie si pensa anche all’allestimento di laboratori e spazi idonei per raccontare la tradizione delle fulloniche a Pompei,
Sono stati realizzati foulard a sfondo rosso che riproducono alcuni soggetti provenienti dal Salone degli Amorini della Casa dei Vettii (Perseo e Andromeda in volo e coppie di amorini nella lavorazione dei tessuti).
Nella loro finitura è stata usata la stessa tecnica tintoria di epoca romana. I colori sono stati creati applicando su un filato di ortica la rubbia tinctorum per il rosso e il rosa, il sambuco per il nero e il grigio e il mallo di noce per il marrone e per il colore naturale.
Il terzo soggetto raffigurato sui foulard riproduce un affresco della sala di Issione o del piccolo Triclinio, sempre dalla Casa dei Vettii. La figura riprodotta è una natura morta formata da un parapetto con maschera teatrale e cesto di vimini che contiene strumenti musicali, mentre nel riquadro sottostante sono raffigurate due navi biremi e un porto sullo sfondo.
«Da quasi 200 anni – dichiara il maestro Claudio Cutuli – la tintura naturale è il fiore all’occhiello dei nostri prodotti artigianali e mi sembra che, soprattutto in questo periodo, sia fondamentale e imprescindibile il legame tra il rispetto per l’ambiente e le attività tessili, in un settore dove troppo spesso le regole commerciali sono poco attente all’ecosostenibilità».