L’Orestea punk di Enzo Cosimi al Teatro Nuovo di Napoli

NAPOLI. Avevo grandi aspettative sulla performance firmata da Enzo Cosimi in scena al Teatro Nuovo di Napoli giovedì 19 ottobre 2023 e, come raramente accade, le aspettative non sono state deluse, tutt’altro.

Coefore Rock’n’roll – secondo appuntamento della rassegna di danza contemporanea curata da Körper, Centro nazionale di produzione della danza sottotitolato Trilogia dell’Orestea, Capitolo Secondo è appunto la seconda tappa della Trilogia della vendetta ispirata all’Orestea di Eschilo, ed è una performance transdisciplinare composta con l’ausilio di danza, musica, parola, arti visive.

Qualcosa di fronte alla quale gli occhi si sgranano, la bocca si spalanca, le gambe fremono, con un allestimento scenico, una regia, una visione coreografica, tra le più punk che la danza possa vantare, ma in questo Enzo Cosimi è un maestro indiscusso.

Si entra a teatro come in un mondo inquietante, con la musica di Lady Maru suonata dal vivo da Vera Di Lecce ed in scena ci sono pupazzi impiccati, coperte coloratissime sparse a caso sul palco assieme a giocattoli di vario genere e quattro figure incappucciate in tunica nera, la musica incalza e l’inquietudine sale.

La scena, ispirata all’artista Mike Kelley – nella già citata convergenza di linguaggi – man mano prende vita e le figure nero vestite si spogliano offrendosi al pubblico: sono Oreste e Pilade (Francesco Saverio Cavaliere e Luca Della Corte) e Clitemnestra ed Elettra (Alice Raffaelli e Roberta Racis).

In quest’allestimento moderno dell’Orestea le due figure femminili, con gli occhi sovraccarichi d’ombretto nero ed i body color carne sembrano quasi delle barbie atomiche, algide e cariche d’eros, straripanti di passione nel corpo e nel movimento, ma con lo sguardo che gela e prepotentemente dominano la scena.

In questa atmosfera ribollente di eros e thanatos si rivela la dualità di Oreste, scissa nello straziante conflitto tra il nuovo ordine da dare al mondo e l’orrore del matricidio. La drammaturgia sembra liquefarsi e nulla si può trattenere, anche se tracannato con ingordigia, tutto si rigetta, tutto è troppo, tutto è insostenibile, tutto è tragedia.

È un dialogo riuscitissimo dell’antico con i linguaggi moderni, questa lettura dell’Orestea, e questo secondo capitolo riesce a creare un regno oscuro, quasi sadomaso, costellato da figure inquiete ed inquietanti che sanno ammaliare, che trascinano nel loro dolore, in un intricato viluppo di piacere e dolore che dà vita a d una coreografia forte, frammentata, potentissima, fisica con una sua violenta poesia.

Una battaglia di giochi e peluche lanciati e scagliati con forza sovrumana rappresenta la vendetta, per esempio. Se non è poetica un’immagine del genere, di quelle cose che, seppure non hai sensibilità artistica, te la fa venire fuori dalle viscere.

La scena, dopo l’intervento delle Erinni che scacciano l’eroe, è vuota, riempita solo dal sound di Lady Maru che potentissimo e spietato non tradisce il titolo, sottolineando ed amplificando la dimensione del tragico. Poi la luce verde e tutti e quattro i danzatori in scena che si muovono come sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, come persi nella propria psiche e d’improvviso sembra di essere tutti assieme ad un rave.

Applausi meritatissimi, per un lavoro che porta in scena una estetica estremamente visionaria, figlia di un immaginario d’ispirazione punk, una danza carnale, fatta di corpi, fatta di azioni, fatta di presenza. Una sottesa analisi psicoanalitica dei personaggi, attagliati nel loro destino, trasportati in questa dimensione infantile, uterina, feroce, spietata, insanguinata per sempre.

Ma anche una dimensione politica, perché se la storia di Oreste è attualizzata in ogni aspetto è possibile ravvisare anche una lettura politica del lavoro di Cosimi. Tutto è tragedia, la stessa democrazia, tutto è conflitto e crisi, anche la società, tutto è in lotta, come l’eroe eschileo, tutto è frammentato e indefinito, tutto è fatto di ferite aperte, tutto è eros e thanatos.

Nicoletta Severino

Nicoletta Severino

Danzatrice e coreografa, dirige la scuola di danza "Attitude" di Napoli. Proviene da studi filosofici e collabora con varie testate, trattando temi di attualità, di arte e di cultura.

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