Sarah Jane Morris incanta il pubblico di Pompei con All you need is love
POMPEI. «No bombs, no war in my name». È con queste parole, scandite sulle note di “Imagine”, che Sarah Jane Morris ha salutato il pubblico di Pompei, che per quasi un’ora e mezza, in un rovente lunedì di luglio, si è lasciato incantare dalla sua voce graffiante e raffinata.
L’artista britannica, tra le star internazionali più apprezzate del jazz e dell’R’n’b, ha chiuso l’11esima edizione di “Pompei Inn… Jazz”. Il festival promosso dall’associazione “Musicology” è stato patrocinato dal Comune di Pompei.
Con lei sul palco gli archi seducenti del Solis String 4tet, composto da Vincenzo Di Donna al violino, Luigi Di Maio al violino, Gerardo Morrone alla viola e Antonio Di Francia al violoncello.
Un accostamento perfetto per la voce di Sarah Jane Morris. Con lo speciale quartetto d’archi la cantante ha portato nella rassegna pompeiana il suo spettacolo (tratto dall’omonimo cd) “All you need is love”.
Com’è facile intuire, la playlist della serata era composta da reinterpretazioni dei più celebri brani dei The Beatles. Un vero omaggio ai “Fab four” quello dell’autrice e interprete britannica, che all’attento pubblico accorso in piazza Schettini ha rivelato: «Mio nonno era di Liverpool». E cioè la città che nel 1960 ha dato i natali alla band inglese che per un decennio ha imperversato sulla scena musicale mondiale.
Da qui l’omaggio ai “ragazzi di Liverpool”, con emozionanti interpretazioni di pezzi indimenticabili degli anni ’60 e ’70. Pezzi però ancora capaci di sorprendere il pubblico per la loro attualità.
Con Lucy In The Sky With Diamonds, Norwegian wood, The fool on the hill (da incorniciare la performance) e Strawberry fields forever Sarah Jane Morris ha rotto il ghiaccio con la platea.
In realtà il feeling con gli spettatori l’ha creato fin dai primi istanti. Quando nel suo simpatico italiano Sarah ha sorpreso tutti esclamando «Fa caldo!» e, alludendo al piccolo ventaglio che stringeva in mano, ha chiesto «Do you like my fan?»: vi piace il mio ventilatore?
L’applauso alla sua empatia ha preceduto quelli strameritati per gli altri pezzi in scaletta, quelli più noti firmati dai The Beatles. Si è andati, allora, da Yesterday a The long and winding road, da Eleanor Rigby a When I’m sixty-four, per arrivare ad un Lennon Medley.
La serata scorre via piacevolemente sulle note allegre di Penny Lane, quelle graffianti di Get Back, Helter Skelter, Come together, della sempreverde Hey Jude. La conclusione è stata affidata naturalmente a All you need is love, il pezzo che dà il titolo all’album e allo spettacolo che Sarah Jane Morris e i Solis String 4tet portano in tour.
A grande richiesta, il bis affidato a quell’inno alla pace che è Imagine. La standing ovation finale tributata dal pubblico di Pompei è stata il giusto commiato dall’artista di Southampton e dal suo quartetto d’archi. Che in una torrida serata di luglio ci hanno ricordato che, in fondo, All “we” need is love. Foto: Fotopress Pompei.