Fichi, noci, olive e alici: la focaccia di Carmelo Esposito ispirata all’affresco di Pompei
POMPEI. Pizza, pane o focaccia? Da quando è stato scoperto nella Regio IX di Pompei l’affresco raffigurante una natura morta e un vassoio su cui appare una pietanza che contiene altri cibi (come un “piatto commestibile”) non smette di far parlare di sé.
Anzi, la curiosità che ha destato è tanta che è partita una vera e propria “focaccia-mania”, tesa a riprodurre quell’alimento di forma piatta che si vede nell’affresco.
Rinvenuta a Pompei una natura morta con “pizza”, melograni e calice d’argento con vino rosso
Mastro fornaio Carmelo Esposito, dell’omonimo panificio di via Lepanto a Pompei, si è ispirato all’affresco della Regio IX per realizzare una focaccia (in foto) al farro antico macinato a pietra e a freddo, lievitata con mosto di vino, farcita con noci, olive e alici e con l’aggiunta, all’uscita, di spicchi di fichi freschi. La focaccia è riposta in una teglia di forma circolare, così da ottenere una lievitazione “ad arte”.
Mastro fornaio Esposito da anni studia i grani e i pani antichi: negli anni ha ricreato diversi tipi di pane che venivano serviti sulle tavole romane. Tra questi spicca il Panis Pompei.
«Si tratta di un pane dolce – spiega Esposito – che i ricchi usavano consumare durante le feste, condito con miele, vino e uva macerata, stesi su una base realizzata con avena e farina di farro, e quindi cotta in forno. Veniva servito in tavola già “diviso” in otto parti, perché si usava spezzare il pane con le mani».