Damien Rice ed il suo Sailboat tour approdano in Campania
AVERSA. È approdato al Real Sito di Carditello (Aversa), in occasione del Carditello Festival 2023, alla sua quarta edizione, Damien Rice con la sua crew, mercoledì 5 luglio. Approdato, sì; perché il cantautore irlandese sta girando il Mediterraneo in barca a vela per portare in giro questo show, il Sailboat tour, che unisce culture e regala bellezza.
È nota l’intensità compositiva e performativa dell’artista che, unita alla suggestiva bellezza dell’ex reggia borbonica sovrastata da una luna meravigliosa, raggiunge dei livelli altissimi.
In apertura Silvia Perez Cruz, sola con la sua voce e la sua chitarra. Poi il rumore del mare ed ecco la barca che attracca e dapprima Damien Rice e poi tutti gli altri membri della crew (Jana Jacuka, Francisca Barretto, Matilde Benedusi e la stessa Silvia Perez Cruz) salgono sul palco.
Contribuiscono allo show arricchendolo con violoncello, violino, tastiera, voci, monologhi, movimenti e dando ognuna un colore personale, provenendo da Paesi diversi e percorsi artistici diversi, creando quasi l’atmosfera di una residenza artistica in cui si mescolano culture, capacità, ispirazioni e suggestioni molteplici. Damien Rice apre con The Professor & La Fille Danse e dà il via ad un concerto che non ha una vera propria scaletta e che di volta in volta si rileva diverso e nuovo a se stesso ed agli astanti.
I pezzi dell’artista in versione live sono delicatissimi, vibranti, vivi ed estremamente poetici, si muovano nell’aria nudi e senza orpelli, tranne in rarissimi momenti in cui improvvisamente irrompe un effetto sulla voce e sulla chitarra del cantante e sorprende, come un fulmine improvviso che regala una scossa scuotendoti.
Meravigliosa 9 Crimes in duetto con Silvia Perez Cruz, al limite del commovente. È molto loquace Rice, e tra un pezzo e l’altro regala aneddoti delle vita in barca e dei componenti della crew che invita ad uno ad uno a salire sul palco.
Dà spazio a Jana Jacuka che danza con abito color argento che riflette le luci, creando giochi scenici spettacolari; a Matilde Benedusi per un monologo sulla violenza di genere, alle musiciste che lo accompagnano. L’atmosfera sul palco non sembra quella di un concerto, piuttosto quella di una comune, in cui tutti danno il loro apporto, facendo ciò che gli riesce e gli piace fare.
Si respira un’armonia incredibile, lontanissima dagli show patinati, perfettissimi e costruiti a tavolino che troppo spesso si vedono in giro. L’arte è così, il resto è spettacolo. Negli ultimi pezzi l’artista invita il pubblico ad alzarsi in piedi e nei bis, con la celebre The Blower’s Daughter, tutti cantano con lui. Ma il concerto non può concludersi con un pezzo così triste, dice, e allora invita sul palco il napoletano Marcello Squillante per chiudere il concerto con un omaggio all’Italia.
Intonano così tutti assieme Senza fine, mentre il backliner irrompe sul palco ed invita una delle artiste in scena a ballare. Senza scaletta, senza pomposità, solo arte e rare – rarissime, di questi tempi – intensità ed armonia. Bello, molto.