Napoli, è la tua notte: nel “Maradona” splende la Coppa dei Campioni d’Italia

NAPOLI. Nell’ultima giornata di Serie A il Napoli (già Campione d’Italia) batte la Sampdoria (già retrocessa) per 2-0 e raggiunge quota 90 punti in classifica. Succede tutto nella ripresa: il match si sblocca grazie all’ingenuità di Murru che travolge in area Osimhen, il quale al 64esimo minuto realizza il calcio di rigore (1-0).

All’85esimo arriva la rete del raddoppio con Simeone che, servito al limite dell’area da Raspadori, calcia verso il palo di destra e la infila all’incrocio, dove Turk non può arrivare (2-0). La cronaca sportiva potrebbe essere racchiusa tutta qui. Per il resto c’è spazio solo per il racconto di una giornata storica, fatta di festa, di magia, di spettacolo, di gioia, ma anche di addii e di malinconia.

D’altra parte non c’è solo la Coppa dei Campioni d’Italia da alzare: i riconoscimenti da tributare agli autori di una stagione storica sono tanti. Per questo, al “Maradona”, gremito da oltre 50mila cuori azzurri, lo spettacolo comincia prima ancora della partita, con la premiazione di Luciano Spalletti, miglior allenatore del campionato, di Di Lorenzo, miglior difensore, e poi di Osimhen, miglior attaccante, e Kvaratskhelia, miglior giocatore della stagione.

Poi si scende in campo per disputare Napoli-Sampdoria. Ma prima che venga messa la parola fine al trionfale campionato degli azzurri, ci sono due momenti di grande coinvolgimento per i calciatori in campo e per tutto lo stadio.

A sei minuti dal triplice fischio Simeone, da poco entrato al posto di Osimhen, segna un bellissimo gol con una conclusione dalla distanza e subito l’argentino corre verso la tribuna, mostrando la maglia azzurra numero 10 che indica alla moglie del Pibe de Oro, Claudia Villafane, presente in tribuna d’onore.

A un minuto dal 90’, poi, c’è il tributo di tutto lo stadio a Fabio Quagliarella, che al momento della sostituzione si commuove mentre viene salutato dai 50mila del “Maradona” con il coro “Olè Fabio”: a 40 anni è la sua ultima partita in Serie A.

Il calciatore – che ha vestito la maglia azzurra nella stagione 2009-10, firmando 11 gol – già durante il riscaldamento aveva ricevuto una targa da parte dei tifosi che in curva A lo avevano salutato con uno striscione (“Di Partenope figlio orgoglioso, dal passato beffardo al presente glorioso, sulla nostra maglia il tuo sudore impregnato, dalla tua gente non sarai mai dimenticato. Grazie Fabio”).

Ma è dopo il fischio finale dell’arbitro Feliciani che esplode come un boato la festa. Prima il premio a Osimhen come miglior marcatore del torneo: con il gol su rigore per il Napoli contro la Sampdoria, il nigeriano ha chiuso la stagione a quota 26 gol, “laureandosi” capocannoniere della Serie A, davanti all’interista Lautaro Martinez (a quota 21 gol).

Considerando invece l’intera stagione, Osimhen quest’anno, Champions League compresa, ha segnato in totale 31 reti ed è al 15esimo posto nella classifica marcatori del Napoli di tutti i tempi, a quota 59 gol in tre stagioni. L’ultimo capocannoniere di serie A con la maglia del Napoli era stato Gonzalo Higuain, che nella stagione 2015-16 fece 36 gol.

Alla presenza del ministro per lo Sport, Andrea Abodi, del presidente della Lega Calcio, Lorenzo Casini e dell’ad di Tim, Pietro Labriola, dopo la premiazione con la medaglia dei calciatori della rosa, di Spalletti, di Giuntoli, del presidente De Laurentiis e di tutti i dirigenti, i dipendenti e i collaboratori della società, il capitano del Napoli Giovanni Di Lorenzo solleva la Coppa dei Campioni d’Italia.

Il trofeo fu disegnato nel 1960 dallo scultore e medaglista Ettore Calvelli, è alto 58 centimetri e pesa 8 chilogrammi. La cosiddetta “Coppa dello Scudetto”, ha un valore materiale di circa 60mila euro e porta incisi sulla base dorata i nomi di tutte le squadre che hanno vinto il massimo campionato italiano di calcio, a partire dalla stagione 1960-1961, anno in cui fu introdotta dalla Federazione.

Uno spettacolo pirotecnico fa da cornice alla gioia della squadra che solleva e bacia il trofeo. Poi nel “Maradona” comincia lo spettacolo, quello artistico, presentato da Stefano De Martino: cantanti e attori si esibiscono in una notte di festa e di commozione per i tifosi del Napoli, che esultano (allo stadio, ma anche davanti alla tv) a Napoli, in Campania, in Italia, in ogni angolo del pianeta. Del resto, quella del Napoli è stata davvero un’impresa, sportiva e non solo, celebrata ovunque nel mondo.

NAPOLI-SAMPDORIA 2-0 (0-0)
Reti: 63’ rig. Osimhen, 84’ Simeone

NAPOLI (4-3-3): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Ostigard, Mario Rui (31′ st Bereszynski); Anguissa (34′ st Demme), Lobotka, Zielinski (22′ st Gaetano), Elmas (22′ st Raspadori), Osimhen (31′ st Simeone), Kvaratskhelia. A disposizione: Gollini, Marfella, Juan Jesus, Zedadka, Ndombele, Zerbin. All.: Spalletti.
SAMPDORIA (3-4-1-2): Turk; Gunter (1′ st Malagrida), Amione, Murru; Zanoli, Paoletti, Rincon (44′ st Segovia), Augello; Leris; Gabbiadini (44′ st Ntanda), Quagliarella (44′ st Ivanovic). A disposizione: Ravaglia, Tantalocchi, De Luca, Ilkhan, Yepes, Lotjonen. All.: Stankovic.
Arbitro: Feliciani di Teramo. Angoli: 10-0 per il Napoli Recupero: 0′ e 2′
Ammoniti: Murru per gioco scorretto
Spettatori: 55.000

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Marco Pirollo

Marco Pirollo

Giornalista, nel 2010 fonda e tuttora dirige Made in Pompei, rivista di cronaca locale e promozione territoriale.

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