Presentato il presidio di Libera a Pompei: la referente è Camilla Palmieri

POMPEI. Presso la sala “Anastasio Rossi” del Santuario della Madonna del Rosario si è svolta la manifestazione di presentazione alla città del presidio di Libera a Pompei, dedicato alla memoria di Matilde Sorrentino e Michele Ciarlo. Nell’occasione la neo eletta referente Camilla Palmieri ha illustrato gli obiettivi concreti che il presidio si è prefissato per il territorio pompeiano.

Un pubblico di volontari, tra i quali tanti giovani, ha ascoltato la conferenza avviata da Mariano Di Palma, coordinatore regionale Libera Campania, che, da giovane che parlava principalmente ai suoi coetanei, ha descritto la gratificazione di un’iniziativa sociale fondata sulla condivisione della memoria di tante vittime innocenti e sull’eroismo nella difesa della legalità su un territorio intermedio, tra quello vesuviano e il nocerino-sarnese, dove c’è tanto bisogno di buoni esempi nei settori dell’economia e della politica.

Moderati da don Ivan Licinio si sono succeduti interventi e testimonianze a partire da Rita Montemarano, volontaria del presidio di Libera Pompei, seguita da Anna Garofalo, segretario provinciale Libera Salerno che ha incentrato il suo intervento sul ricordo dell’avvocato Michele Ciarlo, un professionista che faceva il suo dovere, come tanti colleghi, che ha avuto la sfortuna di essere stato capro espiatorio della furia omicida della malavita locale solo per aver assunto la difesa di un pentito di camorra.

Era presente Alessandra Guerra, moglie di Ciarlo, vittima nel fiore della giovinezza dell’atroce delitto che l’ha privata, insieme ai figli, di un sostegno fondamentale.

Ha dovuto mettere fuori il coraggio di trasformare il suo dolore in energia di riscatto, nella necessità di testimoniare un dolore indescrivibile che si esalta nel sacrificio e la dignità di chi sopravvive ai morti, mentre agli esecutori deve essere rinnovata perennemente la condanna d’infamia e viltà nella memoria civile.

Non solo della costanza di memoria è denso il protagonismo di Libera, ma anche e soprattutto dell’esempio virtuoso che ne consegue. L’argomento è stato efficacemente illustrato dall’intervento della professoressa Rita Grasso, docente del liceo “Pascal”, volontaria del presidio di Pompei.

La professoressa Grasso ha raccontato l’esperienza di una ricerca svolta in una sua classe nel 2014 proprio allo scopo di approfondire il significato e le conseguenze di un episodio violento di camorra, anche se bisogna sottolineare che è importante il contrasto della violenza della camorra ma è soprattutto necessario estirpare fino alla radice la sua cultura.

Se si semina bene, il raccolto arriva copioso. La dimostrazione è arrivata dalla testimonianza emozionata e toccante di Emilia Elefante, ex allieva della classe della professoressa Grasso del liceo “Pascal” di Pompei, che aveva  approfondito motivazioni e conseguenza del disumano assassinio  di Ciarlo.

Ora Emilia ha realizzato la sua aspirazione di diventare avvocato ed ha testimoniato con le lacrime agli occhi che la sua bussola di vita, non solo professionale, è orientata sull’esempio di Ciarlo.

È per questi concreti esempi di vita che diventa fondamentale la missione civile dell’educazione scolastica, che bisognerebbe riconoscere maggiormente nella considerazione sociale, perché gli esempi concreti influiscono sull’orientamento giovanile più dei picchetti armati, mentre nello stesso tempo serve qualcuno che spieghi ai ragazzi che la civiltà non arriva solo dal progresso tecnico ed economico, se mancano fondamenti morali.

L’analisi del tessuto sociale e culturale del territorio vesuviano di Pompei, tra i Comuni di Castellammare di Stabia e Torre Annunziata (entrambi commissariati per infiltrazione camorristica), che detiene 17 beni immobili sequestrati alla camorra, significa che la città degli Scavi e del Santuario non può considerarsi esente da questo fenomeno.

Bisogna necessariamente avere un’attenzione speciale ai comportamenti istituzionali, civili ed economici, perché la cultura camorristica si manifesta con aggressività animalesca anche da parte di alcuni giovanissimi, ma utilizza anche lo strumento vile della calunnia in politica, del ricatto a seguito di usura e delle minacce a seguito di estorsioni.

Le difficoltà partono da subito. Bisogna coltivare la memoria e riscontrare i risultati che conseguono agli esempi positivi. Il programma delle iniziative concrete di Libera a Pompei ora si basa sulle coordinate delineate dalla giovanissima Palmieri, eletta referente di Libera, che ha parlato di un osservatorio sui beni della camorra gestiti da privati per iniziative di riscatto sociale e a difesa dell’ambiente (il fiume Sarno e il territorio circostante sono un esempio d’inquinamento da primato europeo).

Bisogna inoltre difendere la legalità dell’uso del territorio (dove l’abusivismo è estremamente diffuso). I giovani di Libera sono in grado di mettere in campo comportamenti positivi, generati della loro inesauribile vitalità, con lo sport, la musica e la libera aggregazione.

Non basta. Servono anche valori “inossidabili” come il rispetto, la lealtà e la solidarietà, che esaltano la bellezza dei comportamenti e nutrono la speranza di riscatto.

Mario Cardone

Mario Cardone

Ex socialista, ex bancario, ex sindacalista. Giornalista e blogger, ha una moglie, una figlia filosofa e 5 gatti. Su Facebook cura il blog "Food & Territorio di Mario Cardone".

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