Pompei, nel cantiere dell’insula dei Casti Amanti con il direttore Zuchtriegel
POMPEI. Nel corso della riproposizione dell’iniziativa di visita dei cantieri di restauro, beneficiando (oltre all’anteprima) del racconto degli esperti impegnati sul campo, il direttore generale del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, ha riproposto sui social un cantiere speciale di restauro e valorizzazione.
Si tratta dell’insula dei Casti Amanti, che forma un contesto di due domus e alcune botteghe. La domus dei Casti Amanti prende il nome da uno degli affreschi del triclinio che propone un banchetto con scambio di bacio tra due innamorati.
La Casa dei Pittori al lavoro ha sollecitato un’iniziativa di restauro innovativa. Di fatti grazie all’utilizzo di un robot di nuova generazione è stato ricomposto un affresco del suo soffitto che era stato ridotto in mille frammenti.
Delimitata da Via di Nola e Via dell’Abbondanza, l’insula dei Casti Amanti è interessata da un importante cantiere di restauro che prevede il rifacimento delle coperture con innovativa tecnologia e la riconfigurazione delle scarpate.
La nuova copertura è formata da una struttura reticolare spaziale a nodi sferici, isolata sismicamente. Il nuovo sistema di copertura che proteggerà le strutture murarie insieme agli apparati decorativi, parietali e pavimentali, sarà integrato da un percorso aereo che consentirà di osservare da una prospettiva inedita l’insula, oltre che il panorama esterno, mediante l’attraversamento di passerelle illuminate.
Si tratta di un intervento di manutenzione la cui progettazione è stata finanziata dal Grande Progetto Pompei. Costituisce uno dei più importanti cantieri di tutela, restauro e valorizzazione in corso di esecuzione al Parco Archeologico di Pompei.
Vede in campo un team di archeologi, restauratori, architetti e ingegneri di altro profilo professionale che operano con tecnologie di nuova generazione.
Ciliegina sulla torta è l’annuncio del direttore Zutriegel che nel complesso ci saranno ancora parti da scavare, con un intervento che arricchirà certamente le conoscenze sul complesso in corso di restauro e, forse, anche il patrimonio archeologico vesuviano con il rinvenimento di qualche nuovo reperto.
